Pnrr, salta la prima opera: "Prima mandorli e carrubi", ci pensano i giudici
Salta la prima opera ferroviaria del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). A bloccare l'alta velocità nella zona di Lama San Giorgio, a sud di Bari, la presenza di alberi di carrube e di mandorle, alcuni secolari, protetti paesaggisticamente. Lo stop arriva dopo la denuncia di un gruppo di ambientalisti che, per tutelare l'habitat, hanno presentato ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Regione Puglia, che ha accolto l'istanza. L'opera, che prevede il raddoppio dei binari per 10 chilometri e la successiva variante di un tratto della strada statale 16, rientra nell'ambito del più ampio progetto del Nodo ferroviario di Bari. Progetto finanziato soprattutto con i fondi del Pnrr, che ora è a rischio e con essa anche i 205 milioni di euro assegnati su un totale di 406 milioni.
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L'opera in questione - Infrastruttura strategica Nodo di Bari: Bari Sud - sposta i binari dalla linea del mare in un'area più interna andando a toccare le lame pugliesi (solchi torrentizi), definite aree naturali protette dalla legge regionale n.19/97. Il Tar ha così accolto il ricorso proposto dai comitati ambientalisti, oltre che dai cittadini proprietari di terreni interessati dai lavori. Secondo i giudici, il via libera dato dalla Regione Puglia e da tutti gli organi preposti (comprese le sopraintendenze) non hanno tenuto conto di possibili percorsi alternativi. Ma il tracciato che dovrebbe spostare il traffico ferroviario nell'entroterra è stato autorizzato già da 10 anni. Il Tar, intanto, già lo scorso luglio aveva sospeso in via cautelare l'autorizzazione paesaggistica. L'ordinanza fu poi riformata a settembre dal Consiglio di Stato che annullò l'ordinanza del Tribunale. Adesso, dunque, mentre gli ambientalisti esultano per una vittoria quasi inattesa, a Bari la Regione si prepara a dare battaglia con un ricorso urgente. Anche Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), che si occupa dei lavori, parteciperà al braccio di ferro legale.
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