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Saman Abbas, l'agghiacciante intercettazione del padre: la frase mostruosa

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Ad accusare Shabbar Abbas dell'omicidio della figlia Saman non solo tante prove indiziarie e testimonianze dirette, ma soprattutto un'intercettazione telefonica. Alle ore 15.32 del 6 giugno 2021, a distanza di poco più di un mese dalla scomparsa della diciottenne, gli inquirenti intercettano una telefonata di Shabbar, fuggito in Pakistan con la moglie, mentre discute animatamente con un fratellastro rimasto a Novellara, il piccolo paese in provincia di Reggio Emilia dove la famiglia Abbas viveva e lavorava. Il contenuto dell'audio, che lo incastra pesantemente, è stato diffuso ora dagli inquirenti, che sin dall'inizio erano convinti della colpevolezza del padre.

"L’ho uccisa io, l’ho fatto per il mio onore: ora tutti sapranno chi sono". Queste le parole agghiaccianti dell'uomo, che confermano quanto ipotizzato dagli investigatori. Si è trattato di un delitto d'onore. Tutto questo perché Saman si era ribellata a un matrimonio combinato con un cugino più grande di lei in patria. La scintilla che avrebbe scatenato la furia omicida era stata la foto di un bacio in strada con il suo fidanzato Saqib, anche lui pakistano, pubblicata da Saman sui social. 

 

Nella telefonata intercettata Shabbar sembra terrorizzato dalle voci sull’indagine dei carabinieri in Italia. Così chiede al suo fratellastro chi abbia parlato. Shabbar è convinto che sia stato un membro della famiglia allargata o della comunità pakistana a rivelare del delitto d’onore. "Chi ha parlato? - domanda - Avevamo giurato sul Corano!" Il colloquio prosegue in modo burrascoso, tra insulti e intimidazioni. “Una volta che sei cosciente, pensaci. Io non ho nulla di più importante del mio onore. Ricordalo: prima cosa. Seconda cosa: se qualcuno parla ancora male di me non vi lascio stare, a nessuno. Ho lasciato mio figlio lì, ho anche ucciso mia figlia. Non mi importa di nessuno”, confessa Shabbar.

 

In questi giorni, intanto, mentre l'uomo è recluso in carcere in Pakistan, si sta scavando per scoprire se i resti ritrovati in un casolare abbandonato di Novellara siano proprio di Saman. A indicare il luogo è stato lo zio Danish Hasnain, detenuto in Italia e ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio. A quel punto, se fosse davvero lei, almeno il fidanzato potrebbe piangerla, non certo la madre Nazia - ad oggi l’unica latitante - di cui Saman si fidava, al punto che era tornata a casa proprio convinta da lei e dai suoi sms accorati.

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