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Nipoti senza soldi? Pagano i nonni: Cassazione, sentenza-choc

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Giordano Tedoldi
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È un luogo comune, e nondimeno una verità inconfutabile, che le famiglie italiane si reggono in gran parte grazie ai nonni. Con lo sfaldarsi della famiglia tradizionale, tra il deterioramento del vincolo matrimoniale e tutti i disagi materiali di una separazione, e le continue ondate di recessione economica che intaccano le risorse di chi si avventura a mettere al mondo dei figli, non da oggi a farsi carico delle spese di mantenimento - e spesso anche dell'educazione - delle nuove generazioni sono proprio loro, i nonni. Lunedì scorso con una sentenza la Cassazione non fa che prendere atto e disciplinare questo fenomeno: la suprema Corte ha infatti stabilito che, laddove i genitori non siano in condizioni di provvedere al sostentamento della prole, allora sono «gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, che sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli».

Quindi, in primo luogo, i nonni. Naturalmente la Cassazione non intende vincolare sempre e comunque i nonni a foraggiare i nipoti (o meglio, i genitori in difficoltà, che però devono adoperare il contributo solo peri loro figli); l'obbligo scatta solo se i genitori versano in reali condizioni di indigenza, ma prima va tentato ogni mezzo (pignoramento stipendio, automobile, conto corrente) per far pagare, ad esempio, un genitore separato che si rifiuti di versare l'assegno di mantenimento. Vada sé che se un genitore inadempiente nei confronti dei figli è disoccupato e non ha beni, non c'è nulla da pignorare, e allora in quel caso la responsabilità, dice la Cassazione, ricade sui nonni.

UN TETTO SULLA TESTA
Ripetiamo, in fondo non c'è nulla di nuovo. Molti giovani riescono a mettersi un tetto sulla testa grazie alla liberazione di un appartamento appartenuto a uno dei nonni; gli affitti in città come Roma e Milano, ad esempio, sono carissimi e, quanto ai mutui, beati quei ragazzi (ma anche trentenni o quarantenni) che se lo possono permettere solo con il loro lavoro, senza un aiuto da parte dei genitori o, per l'appunto, dei nonni. Già, perché non c'è da pensare che la Cassazione sia voluta venire in soccorso soltanto di figli (e nipoti) piccoli, benché sia ovvio che è soprattutto a loro che si rivolge, giacché sono quelli che hanno più probabilità di avere gli «altri ascendenti prossimi» ancora in vita. La verità è che spesso i nonni aiutano i nipoti fin quando questi superano di molto i vent'anni, facendo in tutto e per tutto le veci dei genitori.

Non sappiamo se qualche sociologo si sia mai occupato seriamente di questa situazione tipicamente italiana: generazioni venute su con l'aiuto economico (ma anche con la cura, la compagnia, l'allevamento) non dei genitori, ma dei genitori dei genitori. Finora la questione è stata discussa, o meglio, sfiorata soprattutto quando il compianto ministro dell'Economia e delle Finanze del governo Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa, nel 2007 se ne uscì con una frase nella quale, presentando un provvedimento di agevolazione per gli affitti dei più giovani, si augurava di «mandare i bamboccioni fuori di casa». Intento lodevole, ma l'illustre economista non si rendeva conto di quale formidabile ostacolo fosse l'inveterata abitudine dei giovani italiani a non schiodarsi dalla famiglia né, per converso, delle mamme (soprattutto) e dei papà (molto meno) a scollarsi dai figli. La Cassazione prende una posizione meno drastica ma più realistica: inutile pretendere che i nostri ragazzi diventino come i loro coetanei americani, inglesi o del nord Europa, abituati a disertare il nido molto presto; non c'è agevolazione economica statale - peraltro di solito alquanto misera - che possa farli smammare; tanto vale prendere atto della situazione e tutelarli nel caso in cui i genitori non possano mantenerli, facendo subentrare i nonni.

BAMBOCCIONI
Potrà venire criticata, questa sentenza della Cassazione, e forse procurerà qualche grattacapo ai nonni - che però, parlando in generale, hanno il loro interesse a occuparsi dei nipoti e a ingraziarseli - ma a noi sembra, ripetiamo, una decisione lucida e realistica, che non tenta di forzare il costume nazionale come fece, senza successo, Padoa-Schioppa. Il bamboccione in Italia non lo puoi eliminare, lo puoi sorreggere finché non imparerà a camminare con le sue sole gambe, anche se ciò dovesse avvenire in modo traumatico, ad esempio, alla morte dei nonni, gli ultimi, preziosissimi pilastri dell'economia familiare italiana.

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