Meloni, report-007: "Cosa accadrà ad ottobre", tutto per farla fuori
Per capire ciò che si sta muovendo bisogna partire dai rapporti che i servizi segreti hanno girato nei giorni scorsi al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, e ai ministri responsabili della sicurezza nazionale e alla presidenza del Consiglio. Il dettaglio di quei documenti è coperto da segreto, ma la sostanza è nota: sono in preparazione disordini di piazza come non se ne vedevano da tempo. Il materiale che scatenerà l'incendio sono le bollette elettriche e del gas, sulle quali sarà facile gettare benzina di tipo ideologico: col primo governo del dopoguerra guidato dal leader di un partito dichiaratamente di destra, i pretesti per la "resistenza" non mancheranno. E se gli 007 dell'Aisi, l'Agenzia per la sicurezza interna, hanno voluto avvertire del pericolo, significa che il livello d'allarme è alto.
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CONTRO L'AUTONOMIA
Qualcosa già si sta muovendo, ma è solo l'antipasto di ciò che verrà. Domani, a Roma, scenderà in piazza la Cgil di Maurizio Landini, ad un anno dall'assalto alla sua sede centrale. È l'occasione per presentare al futuro governo una serie di rivendicazioni agli antipodi del programma della maggioranza. Come il «no all'autonomia differenziata» (che il centrodestra vuole introdurre) e il mantenimento di una misura «come il reddito di cittadinanza» (che il centrodestra intende rimpiazzare con qualcosa di molto diverso). E poi il «no alla flat tax e ai condoni», la cancellazione del Jobs act e la riscrittura della legge sull'immigrazione, facile immaginare con quali obiettivi. Col Pd impegnato a leccarsi le ferite e discutere dei propri guai interni, chi vuole ribaltare l'esito delle elezioni si affida al sindacato fondato da Giuseppe Di Vittorio. Nell'intervista che Landini ha fatto ieri a Repubblica, più delle sue risposte spiccano le parole dell'infervorata intervistatrice: «Lei ripete che non ha pregiudizi. Ma questo non è un governo qualsiasi»; «Chi fa l'opposizione a questo governo? La sinistra è sfilacciata, col Pd in crisi d'identità. La farete voi?».
Ci sono giornali le cui redazioni si augurano che la futura premier non riesca ad avere, al ministero dell'Economia, un tecnico del valore di Fabio Panetta o Daniele Franco, così da poter raccontare di un governo isolato e stretto nella morsa letale: dall'alto la speculazione e le istituzioni europee, dal basso la piazza che insorge. È ciò in cui confida Enrico Letta. Ieri, rivolto agli altri dirigenti del Pd, ha detto con visibile soddisfazione che «fanno più notizia i "no"» che la leader di Fdi riceve «piuttosto che la ressa per entrare al governo, e questo è indicativo». Si cerca di replicare schemi visti e rivisti in passato, come la saldatura tra i movimenti pacifisti, tutti o quasi animati dall'ostilità verso l'Occidente e gli Stati Uniti, e l'opposizione al centrodestra. Un'operazione che ora non può fare il Pd, vista la linea tenuta dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini d'intesa con Mario Draghi, e allora prova a intestarsela Giuseppe Conte, convinto di sottrarre così un altro po' di elettori alla ditta del Nazareno.
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DA "AVVENIRE" ALL'ANPI
Ad Avvenire, il quotidiano dei vescovi, il capo dei Cinque Stelle ha annunciato che porterà il movimento in piazza assieme alle associazioni pacifiste, per contestare una linea «totalmente appiattita sulla strategia angloamericana». Ci saranno l'Arci e le Acli ed è partito il tam tam nelle chat della Cgil. Avvenire ha dato la propria benedizione, definendola «Piazza di Pace», in sintonia con la comunità di Sant' Egidio e i movimenti del cattolicesimo terzomondista. Sfileranno anche esponenti del Pd: Laura Boldrini è stata la prima ad aderire. Si comincerà con le manifestazioni organizzate in varie città dalla "Rete italiana pace e disarmo" dal 21 al 23 ottobre e si punta poi a fare un grande corteo unitario nella capitale. Forse proprio il 4 novembre, la Giornata delle Forze armate, che per gli organizzatori delle proteste «non è una festa, ma un giorno di lutto». Tutto quello che non è stato detto durante il governo Draghi lo si urlerà così all'esecutivo appena insediato. Sarà della partita pure l'Anpi, l'associazione dei partigiani rossi, che comincerà scendendo «in campo per la memoria antifascista» nel centenario della marcia su Roma.
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Anche se il Pd per ora sta a guardare, è proprio su questi disordini che conta per vanificare l'esito del voto ed avere, già in primavera, le «elezioni anticipate» evocate ieri da Letta. «Chi pensa che ci sia un'infinita luna di miele con la destra di Meloni», ha pronosticato il segretario sconfitto, «non ha colto il deterioramento del quadro economico e sociale, le tensioni, le paure e le preoccupazioni. Noi siamo pronti a gestire questa situazione». Letta, ovviamente, sa cosa c'è scritto in quei rapporti consegnati dai servizi segreti al Copasir. E ancora per una volta - l'ultima affida la fortuna del suo partito alla sventura dell'Italia.