Albino Ruberti, per il Pd finisce male: la mossa della procura
La procura della Repubblica di Frosinone - competente per territorio sul caso del video con le minacce dell'ex capo di gabinetto di Roberto Gualtieri, Albino Ruberti - acquisice il filmato della lite tra il braccio destro del sindaco di Roma e alcuni esponenti del Pd locale. Il video, datato circa due mesi fa, è stato pubblicato dal sito del quotidiano Il Foglio. Adesso i magistrati voglio vederci chiaro.
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E, inizialmente come atto dovuto, sono pronti ad aprire un fascicolo. Anche perché resta da chiarire se quanto pubblicato è tutto o, come si sussurra, esista una versione integrale, non tagliata, del filmato che non è stata resa pubblica. La sera del litigio, come emerge chiaramente dall'audio ormai di dominio pubblico, qualcuno aveva chiesto l'intervento delle Forze dell'ordine, preoccupato dalla piega che stava prendendo la vicenda e dalle grida disperate di una donna (Sara Battisti, la fidanzata di Ruberti). Quando, però, le vetture del 112 arrivarono sul posto, non trovarono più nessuno. Così gli agenti si limitarono a compilare una semplice annotazione di servizio, nella quale tuttavia non è riportata alcuna testimonianza diretta - da parte dei protagonisti - di quanto accaduto. Questo fino alla pubblicazione del video, grazie al quale i protagonisti della lite ora hanno un nome. Alcuni aspetti della vicenda dovranno essere chiariti. Ad esempio: secondo alcune indiscrezioni raccolte dall'agenzia di stampa LaPresse, ai Carabinieri di Frosinone non sarebbe arrivata alcuna denuncia, da parte dei protagonisti, dopo il diverbio. Eppure le frasi pronunciate da Ruberti nel corso dell'alterco qualche interrogativo lo suscitano («Devono venire a chiedere scusa per quello che mi hanno chiesto... a me non me dicono "Io me te compro"»). Adesso spetterà ai magistrati, sulla base del video, decidere come muoversi.
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È pronto a muoversi anche il M5S. In una nota, i grillini della Capitale e la lista di Virginia Raggi annunciano che «sarà depositata immediatamente un'interrogazione per avere un chiarimento» su quanto accaduto a Frosinone. Se le risposte non saranno soddisfacenti, i pentastellati porteranno «la vicenda in Procura». Il M5S, alla luce di quanto emerso durante il litigio, chiede «un'immediata revisione di tutti gli atti approvati dall'amministrazione Gualtieri fino a oggi, a partire dalla scelta sull'inceneritore». Di certo quanto accaduto nella sera di due mesi fa è destinato a rinfocolare le polemiche sui protagonisti della lite. Ad esempio da anni il centrodestra, in primis Fratelli d'Italia e Lega, raccusano il dem Francesco De Angelis di essere il "responsabile politico" del potenziale inquinamento ambientale del depuratore Asi di Ceccano (in provincia di Frosinone). Va precisato che nell'inchiesta dell'Antimafia di Roma, che ha portato di recente al sequestro dell'impianto di depurazione, De Angelis non è mai entrato. Alla fine delle indagini preliminari, infatti, è stata accolta la richiesta di archiviazione presentata dagli avvocati, motivata dall'affidamento della delega ambientale a un funzionario.