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Riccione, il padre di Giulia e Alessia: "Perché non sono andato a prenderle"
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Continua a tenere banco la tragedia consumatasi domenica 31 luglio a Riccione, dove Giulia e Alessia hanno perso la vita in un modo orrendo, venendo travolte da un Frecciarossa e trascinate per settecento metri. Si cerca di capire perché le due sorelle, rispettivamente di 17 e 15 anni, fossero scese sui binari: cosa volevano fare? Difficile trovare le risposte, anche se gli investigatori sono al lavoro per cercare di ricostruire l’intera vicenda.
"Non ho capito più nulla": la testimonianza choc sulla morte di Alessia e Giulia
Nel frattempo La Repubblica dà conto dello strazio del padre Vittorio, comprensibilmente sconvolto: “Non mi sentivo bene, non sono andato a prenderle stavolta. Erano la mia vita, lavoravo per loro”. Solitamente era infatti l’uomo a recuperare le due ragazze quando andavano in discoteca. Poco prima di morire, la più piccola lo aveva chiamato per rassicurarlo: “Stiamo tornando a casa”. La serata era stata particolarmente difficile per le sorelle, dato che Giulia aveva subito il furto della borsa con portafoglio e telefonino e Alessia aveva lo smartphone scarico.
"Presto a casa". Alessia e Giulia, la misteriosa telefonata prima della sciagura
Di certo c’è che a Riccione erano state aiutate da un 24enne, che le aveva notate sdraiate a terra, fuori dal locale, e aveva offerto loro un passaggio. In macchina Alessia aveva chiamato il padre con il telefonino del ragazzo, dopodiché alle 6.50 le sorelle sono arrivate in stazione. Lì si è poi consumata la tragedia apparentemente inspiegabile: Giulia è stata la prima a scendere sui binari, raggiunta poco dopo da Alessia. Il macchinista del Frecciarossa diretto a Milano e in transito a Riccione non ha potuto fare nulla per evitare l’impatto.
Alessia e Giulia, il mistero degli ultimi secondi: qualcosa non torna, cosa è successo davvero?
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