Riccione, Alessia e Giulia: il segreto delle sorelle uccise dal treno
Quegli occhi scuri, profondi. Alessia Pisanu è la maggiore delle due sorelle morte travolte dal Frecciarossa 9802 a Riccione, ieri mattina. Ha sedici anni, ne avrebbe compiuti diciassette tra meno di due mesi. Giulia, invece, ne ha appena quindici. Sono inseparabili, Alessia e Giulia. Da sempre si fanno chiamare Pisano, con la "o" al posto della "u". E sono molto legate a papà Vittorio, che ha un'azienda di trasporti e trascolchi nella loro Castenaso, in provincia di Bologna. Lì tutti sanno chi sono i Pisanu. Per questo quando nel pomeriggio una volante dei carabinieri si ferma davanti alla villetta di famiglia, dove vivono anche una terza sorella, più grande, e la madre delle ragazze, in paese la voce corre veloce.
Ma-vuoi-vedere-che? Oddio-speriamo-di-no. Invece, purtroppo, è così. Papà Vittorio si fa accompagnare a Riccione, da solo non ce la fa ad alzare quel telo e guardare le sue bambine distese su un tavolo asettico dell'obitorio cittadino. A Castenaso, a Madonna di Castenaso, la frazione nella quale hanno la residenza, è il giorno del dolore. Delle facce distrutte, dei volti stravolti. «Ci è arrivata la conferma che non avremmo mai voluto avere», scrive l'amministrazione comunale nella prima serata di ieri su Facebook, «le due giovani sorelle travolte da un treno a Riccione sono, purtroppo, nostre concittadine. Siamo senza parole davanti a questa tragedia cosi difficile da capire e da accettare e proviamo un dolore incolmabile».
Non sono quelle frasi di circostanza che si dicono a metà tra il dovuto e il rispettoso, sono parole che in provincia, nei piccoli centri, in quei paesotti di periferia dove dal panettiere ci si ferma a chiacchierare e in banca ci si chiama ancora per nome, escono dal cuore. «È un grande dolore per tutta la comunità», aggiunge Carlo Gubellini, che a Castenaso fa il sindaco, «Giulia e Alessia, che la terra vi sia lieve. Siete volate via troppo presto».