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Sharm el Sheik, "avvelenamento": l'ipotesi sulla morte di Andrea e il giro in barca

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La morte del piccolo Andrea Mirabile si tinge di giallo. Come abbiamo ricordato ieri, i genitori del bambino morto a Sharm el Shiek sono stati convocati dall procura per raccontare come testimoni cosa è accaduto in quella maledetta vacanza cominciata il 26 giugno e conclusasi tragicamente il 2 di luglio. Il bambino è morto a Sharm el Sheik, mentre il padre è poi stato trasferito dall'Egitto in un ospedale di Palermo, al policlinico. I risultati dell'autopsia effettuata sul bambino arriveranno non prima di 90 giorni.

 

 

Di fatto però gli inquirenti, secondo quanto riporta laStampa, sono convinti che non si tratti di una intossicazione ma che si possa trattare di avvelenamento. In questo quadro ogni spostamento, ogni azione compiuta dalla famiglia mirabile in quei giorni diventa decisiva. L'agonia del piccolo sarebbe durata 36 ore, ma di fatto ci sono alcuni sintomi che possono manifestarsi dopo parecchio tempo. Ed è per questo che gli inquirenti vogliono sapere dai genitori tutto ciò che hanno fatto anche nei giorni precedenti a quello della morte del piccolo.

 

 

 

E in questo quadro ci sono due elementi da tenere in considerazione. Il primo è che nessuno degli altri ospiti della struttura avrebbe accusato malori dopo aver mangiato, il secondo riguarda alcune scelte fatte dalla famiglia Mirabile. La prima è quella che riguarda una cena con menù à la carte e dunque fuori dal consueto buffet del resort. La seconda invece riguarda una escursione in barca sulle acque del Mar Rosso. Lescursione era di quelle protette e organizzate, ma il dubbio a questo punto c'è: cosa possono aver toccato sia il bimbo che il papà? Secondo i medici si tratterebbe di una intossicazione per "contatto": dunque le indagini sono concentrate su cosa possa aver toccato il bambino. Solo gli esami tossicologici daranno una risposta. 

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