Davide Paitoni, sgozza e uccide il figlio: suicida in carcere. Ma ieri... un caso terrificante
Davide Paitoni si è suicidato nella sua cella a San Vittore, dove stava scontando la pena con l'accusa di aver ucciso il figlio Daniele. Il piccolo, che aveva solo sette anni al momento dell'uccisione, si trovava nella sua abitazione a Morazzone, in provincia di Varese. Qui l'1 gennaio scorso l'uomo aveva sgozzato il figlio per poi nascondere il cadavere in un armadio prima di andare fuori dall'abitazione dell'ex moglie tentando di toglierle la vita.
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Il 6 luglio a Paitoni era stato notificato l’avviso di conclusione indagini e "domani - spiega Daniela Borgonovo, procuratore della Repubblica di Varese - era fissata la discussione con giudizio abbreviato nel procedimento per tentato omicidio di un collega di lavoro". Non solo, proprio ieri era giunta la notizia che Paitoni non sarebbe stato sottoposto a perizia psichiatrica. "Il Giudice ha ritenuto che le modalità con cui è stato commesso il reato è talmente chiara da non rendere necessario procedere con una perizia psichiatrica - aveva detto il suo legale -. Ripeterò la richiesta in udienza preliminare, anche perché ho aspettato mesi prima di chiedere una valutazione psichiatrica, per sincerarmi personalmente delle condizioni del mio assistito". Tutti dettagli che potrebbero aver spinto Davide al gesto estremo.
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Secondo quanto ricostruito dalle indagini il 40enne operò "una ritorsione nei confronti dell'ex moglie". Paitoni era ai domiciliari per precedenti reati e, come all'epoca spiegato dal presidente del tribunale di Varese, la decisione era stata assunta "avallando la misura richiesta dal magistrato, che l’ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm". Per il pubblico ministero che indagava sull'omicidio Paitoni ha agito con "freddezza criminale".
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