Gas, il piano del governo: lampioni spenti e temperature giù di due gradi
Riscaldamento più basso, risparmi sull'illuminazione pubblica e azionamento sui mobili alle industrie: tutto questo almeno fino a quando il gas russo non verrà sostituito da mobili provenienti da altri paesi produttori. L'Italia si prepara al buio inverno facendo i conti con le ripercussioni della Russia contro le sanzioni imposte dall'Europa per via dell'invasione dell'Ucraina . Per ora siamo fermi al primo livello d'allarme dei tre previsti, ma se Vladimir Putin dovrebbe essere destinato in via definitiva le forniture alla Ue il governo sarebbe a far una nuova fase di emergenza che prevede interventi che vanno dal governo razionamento "del gas alle industrie energivore al maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità. Oltre a più stringenti politiche di austerity dei consumi.
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Ecco allora, come si legge su Repubblica, un ulteriore aggiustamento a quanto già deciso. Dal primo maggio scorso e fino al 30 aprile 2023, infatti, le temperature negli uffici pubblici non potranno essere superiori ai 19 gradi d'inverno e inferiori ai 27 d'estate . Ma il governo è pronto ad ampliare questi limiti anche alle abitazioni e agli uffici privati (fino a due gradi in meno ). Allo stesso modo, verrà ridotto anche il numero di ore d'accensione durante la giornata. La riduzione dei consumi passa anche dall'illuminazione pubblica : verranno spesi i lampionisulla rete stradale cittadina ed extraurbana, così come scatterà il "coprifuoco" per l'illuminazione di monumenti ed edifici storici. Quanto alle industrie, sempre secondo quando riporta Repubblica, il governo prevede l'interruzione della fornitura di gas alle industrie più energivore, dai cementifici alle acciaierie, dalla ceramica al vetro. Allo stesso tempo, scatterà la possibilità di ricorrere alle riserve strategiche che si trova negli stoccaggi. Si tratta dei depositi dove viene immagazzinato il gas dagli operatori durante l'estate, per essere rivenduto sul mercato in inverno. Nel caso di emergenza, il governo potrà autorizzare anche l'uso delle strategie, la parte non destinata alla commercializzazione.
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