Marmolada, "i morti possono essere 30". Terrore tra i soccorritori: i rischi
Il bilancio di quanto accaduto domenica 3 luglio assomiglia sempre più a quello di un'ecatombe. Si parla della Marmolada, del blocco di ghiaccio che si è staccacto da oltre 3mila metri di altezza travolgendo decine di alpinisti. Ad ora le vittime accertate sono 7, ma si teme possano arrivare a oltre trenta persone morte. Tra loro un bambino di 9 anni, disperso nella tragedia.
I soccorritori sono al lavoro ma temono di non riuscire più a trovare persone ancora in vita: "Difficile riconoscerle, i corpi sono straziati", hanno spiegato. Per quel che riguarda i dispersi, tra questi un alpinista veneto, di Malo, nel Vicentino: si chiama Filippo Bari e ha 27 anni. E due di Pergine Valsugana, una donna e un ragazzo. Inoltre, due guide alpine: una veneta e l'altra trentina.
Nella mattinata di oggi, lunedì 4 luglio, a Canazei arriverà Mario Draghi. Sempre a Canazei è stata allestita la centrale operativa che coordina le operazioni di ricerca dei dispersi. Sono proseguite per tutta la notte le ricerche dei possibili dispersi nel crollo del ghiacciaio sommitale di Punta Rocca, in cima alla Marmolada: i fari dei vigili del fuoco hanno illuminato la parete della Marmolada, da cui si è staccato il gigantesco seracco di ghiaccio. Soccorsi che procedono nella paura poiché "il rischio di altri crolli è alto", spiega Walter Cainelli, presidente del Soccorso alpino e speleologico del Trentino.