Siccità, acqua razionata e divieti: l'accelerazione, dove e quando chiudono il rubinetto
Primi provvedimenti dopo l'allarme siccità. Le elevate temperature costringono le Regioni a estremi rimedi. È il caso dell'Emilia Romagna. Il governatore Stefano Bonaccini ha chiesto a tutti i Comuni di emettere ordinanze per ridurre l'utilizzo dell'acqua potabile nei servizi non indispensabili. Tra questi c'è il lavaggio delle auto, innafiare gli orti e riempire le piscine private. Stessa iniziativa presa in Toscana, dove si aggiungono sanzioni che vanno dai 100 ai 500 euro per chi trasgredisce l'ordine.
In Lombardia invece il presidente Attilio Fontana si è appellato direttamente ai cittadini, con l'obiettivo di convincerli a "fare uso parsimonioso dell'acqua". D'altronde, è l'allarme del capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, "stiamo vivendo una situazione eccezionale, di una gravità che non si era mai verificata in questi anni". Nonostante la situazione sia difficile per tutta Italia, è il Trentino a prendere misure più complesse. Qui il sindaco di Ronzo-Chienis ha chiuso i rubinetti dell'acqua potabile dalle 23 alle 6. A Tesimo, in Alto Adige, il Comune ha vietato l'utilizzo dell'acqua per orti e piscine.
Situazione preoccupante anche in Valle d'Aosta, dove la mancanza di neve ha messo in ginocchio la Regione. Per questo La Salle ha disposto il razionamento per l'acqua potabile per uso non domestico. Non va meglio al Sud. Il 70 per cento della superficie della Sicilia è a rischio desertificazione. Seguono Molise (58), Puglia (57) e Basilicata (55). Occhi dunque puntati per le prossime due settimane. In ogni caso la Conferenza delle Regioni e il capo della Protezione civile si stanno confrontando circa la dichiarazione dello stato di emergenza. Se questo dovesse essere dichiarato, tutta l'Italia sarà costretta a razionare l'acqua.