Siccità, estremi rimedi contro il dramma: ecco chi resta senza acqua (e per quanto)
Emergenza, manca l'acqua. E non è soltanto un grido di dolore: ora diventa anche una situazione burocraticamente certificata. Già l'altro giorno il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha annunciato che, per l'appunto, chiederà lo stato d'emergenza, d'altro canto «c'è già stata una richiesta parlamentare» (lo stato d'emergenza, in sostanza, prevede la possibilità di predisporre interventi mirati relativi al problema in questione, e dunque anche aiuti finanziari agli eventuali settori colpiti dall'emergenza). Fontana ha poi anche rimarcati che «è una situazione drammatica non solo per la Lombardia, na anche il Piemonte, l'Emilia Romagna e pure il Veneto». E infatti ieri anche Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, ha rimarcato l'esigenza: «Abbiamo bisogno che venga dichiarato lo stato di calamità naturale- ha detto ai microfoni di SkyTg24 -. È una calamità naturale non avere l'acqua in agricoltura, in un anno in cui i costi dei concimi sono triplicati, i costi della benzina agricola è più o meno uguale al costo della benzina tradizionale, quindi gli agricoltori piemontesi si trovano già in grande difficoltà. Non possiamo lasciarli da soli». Cirio ha spiegato che «stiamo facendo un coordinamento, sono circa 170 i Comuni in cui si sono già attivati con ordinanze e razionano l'acqua soprattutto nel periodo notturno, dando priorità di utilizzo», sottolineando che allo stato attuale «razionare l'acqua anche di giorno non è un'ipotesi sul tavolo». Ma è certo che non si tratti di un'ipotesi così peregrina.
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D'altro canto, che la situazione sia drammatica un po' dappertutto è un fatto innegabile. Tre mesi al Nord sostanzialmente senza pioggia, la neve sulle Alpi che quasi non si è vista e, conseguentemente, la grande sete che assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini, il Po in secca come mai negli ultimi 70 anni (sempre Cirio rimarcaa che «il Po ha una portata d'acqua di -72% rispetto a quello che dovrebbe essere il dato di portata naturale», e stando alle stime di Cia-Agricoltori Italiani, proprio nel bacino del Po, area centrale del made in Italy agroalimentare, è a rischio fino al 50% della produzione agricola), e poi i laghi svuotati e i campi arsi dove la siccità ha già, secondo le stime di Coldiretti, provocato danni per due miliardi di euro. Del Piemonte si è già detto. In Lombrdia, la provincia di Bergamo è fra le più colpite con 25 comuni che rischiano il razionamento dell'acqua potabile, mala situazione è critica su tutto il territorio. A Tradate (Varese) dalle sei a mezzanotte è vietato sprecare acqua per lavare la macchina o riempire le piscine. Per i trasgressori, multe fino a 500 euro. In Veneto, per fare un esempio, il Comune di Montebelluna ha vietato su tutto il territorio comunale, fino a nuova disposizione, l'uso dell'acqua potabile per usi diversi da quello alimentare e igienico-sanitario. In Emilia-Romagna, e più precisamente a Bologna, resterà in vigore fino al 30 settembre l'ordinanza per il risparmio idrico firmata dal sindaco Matteo Lepore, che vieta il prelievo dalla rete di acqua potabile per uso non domestico dalle 8 alle 21, con particolare riferimento all'innaffiamento di orti, giardini e lavaggio di automezzi, in modo da contenere gli sprechi d'acqua.
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E anche il Sud si dibatte a causa della grande siccità: in Sicilia, Puglia e Calabria la mancanza d'acqua rende difficili le irrigazioni, provocando sofferenza nelle coltivazioni per esempio di agrumi, fondamentali per l'economia agro-alimentare di una grande porzione d'Italia. D'altronde, quest' ondata di calore senza precedenti per la stagione - la tarda primavera sta stringendo come in una morsa non solo l'Italia ma anche l'Europa occidentale tutta, e pure il Regno Unito. Si sta intensificando in Francia, soffoca la Spagna e il Portogallo, fa registrare picchi record in Gran Bretagna dove, in alcune zone, fa più caldo che in Giamaica e alle Maldive. E questa situazione di emergenza idrica, come è noto, è aggravata del pietoso stato in cui versa la rete di distribuzione nazionale dell'acqua: un tema al centro del Brief degli analisti di Cassa Depositi e Prestiti dal titolo «Servizio idrico integrato: il momento giusto per gli investimenti». Secondo l'analisi della Cdp, le perdite degli impianti di distribuzione italiani ammontano al 42% (in Francia al 20%, in Germania all'8%), il 36% della rete idrica ha un'età compresa tra 31 e 50 anni, il 22% ha più di 50 anni. E dunque, a destinazione arriva la metà dell'acqua rispetto a quella che parte.
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