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Gratta e Vinci, ruba 150mila euro in tagliandi alla sua tabaccheria? Un finale impensabile

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Il suo obiettivo era quello di arricchirsi grazie ai Gratta e Vinci e fino a qua, nulla di strano. Il problema è che la furbetta di Fiumicinio rubava i 'biglietti della fortuna' al tabaccaio per il quale lavorava. Ogni giorno, per almeno 30-45 giorni, la commessa della tabaccheria di Acilia, Sara I. dove lavorava da tre anni, prendeva quanti più biglietti possibili, li divideva in piccoli mazzetti e li nascondeva nel suo zaino. Fino a che non è stata beccata. 

 

 

Esattamente il 17 giugno 2020 la donna viene scoperta nell'ormai abitudinario atto di nascondere la refurtiva. Il titolare si era accorto già da tempo che qualcosa non quadrasse nella sua bottega ed ecco che quel giorno decide di convocare un incontro con la sua dipendente dove la smaschera in presenza di alcuni testimoni. "Sono aumentate le spese e dovevo trovare una soluzione per la mia famiglia", ha confessato la donna al titolare. Poi si licenzia. Dopo aver visionato le telecamere di sorveglianza l'uomo si rende conto dell'enorme danno monetario del quale era stato vittima: ben 150 mila euro di danni all'azienda. A quel punto il titolare chiede un altro incontro alla donna che, questa volta, viene accompagnata dal marito. I due confessato tutto e si rendono disponibili alla restituzione di 16mila euro. Il tabaccaio, volendo andare incontro ai coniugi, decide di non denunciarli.  

 


Qualche giorno dopo, però, al titolare arriva una lettera di un avvocato dove la donna dichiara di aver ritirato le dimissioni, sostenendo che era stata costretta a rassegnarle. L'azienda a quel punto non può far altro che esporre denuncia contro i coniugi. Il pm ha però richiesto l'archiviazione per l'uomo: decisione che i suoi avvocati hanno contestato. 

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