Matteo Bassetti e il vaiolo delle scimmie: "Sembra che il Ministero voglia nasconderlo"
Millecinquecento casi di vaiolo delle scimmie in venti giorni. La situazione in Italia è sotto controllo, ma il direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, chiede al Ministero della Salute di non abbassare la guardia. Ospite del salotto dell'Aria che Tira, su La7, l'infettivologo ha spiegato che "il vaiolo delle scimmie non è un virus nuovo, si conosce dagli anni Cinquanta, che ha colpito per la prima volta gli esseri umani negli anni Settanta". Si tratta di una malattia soprattutto cutanea, che può colpire anche i genitali e si trasmette con rapporti molto stretti".
Secondo Bassetti la stagione estiva potrebbe diventare il moltiplicatore dell'infezione. Il perché è presto detto: il 50% della popolazione mondiale risulta vaccinata contro il vaiolo, ma molti pochi giovani. "L'estate porta le tre S, sun, sea & sex (sole, mare e sesso)", puntualizza l'infettivologo a Myrta Merlino. "La popolazione più colpita è quella più promiscua dei giovani, che non è neppure vaccinata. Non parlarne da parte del Ministero della Salute è un errore clamoroso". Intanto i numeri continuano a crescere: l'Italia rimane al nono posto a livello mondiale. "Non sono tanti, non sono pochi", dice Bassetti. "Non bisogna avere paura, non bisogna allarmare ma bisogna pensare a qualcosa, per esempio una campagna vaccinale per le categorie a rischio". Quindi il messaggio per Roberto Speranza: "Siccome siamo andati lunghi sul Covid, siamo l'unico Paese che ha ancora un bollettino quotidiano, sembra che al Ministero non si voglia parlare del problema del vaiolo delle scimmie. Sarebbe un errore clamoroso".
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