Nave italiana attaccata, testimonianza-choc: "Ci volevano speronare, poi col Kalashnikov..."
"Ci hanno bersagliato con raffiche di Kalashnikov": lo ha affermato all'AdnKronos Mario Suaria, Comandante dei due pescherecci della marineria di Aci Trezza, finiti nel mirino di una motovedetta libica durante una battuta di pesca d'altura nella sera del 2 giugno, al largo del Bengasi. Dalle due imbarcazioni, il "Salvatore Mercurio" e "Luigi Primo" sono sbarcati 12 membri dell'equipaggio i quali saranno presto interrogati dalle forze dell'ordine. "Siamo arrivati stamane alle 8 al porto di Aci Trezza. Siamo ancora spaventati per quanto avvenuto. Una bruttissima esperienza che non ci aspettavamo" ha spiegato il Comandante.
"Spari contro una nave italiana": interviene la Marina Militare, alta tensione nel Mediterraneo
Suaria ha dichiarato che si trovavano in acque internazionali ma non stavano facendo alcuna operazione di pesca poiché erano alla deriva in attesa di andare a pescare fuori dalle acque territoriali libiche. È stato proprio a quel punto che sono stati bersagliati con raffiche di Kalashnikov. "Ci volevano speronare ma per fortuna è intervenuta una nave militare italiana che ci ha soccorso e la vedetta libica si è dileguata" ha spiegato il Comandante. Nella giornata di ieri, domenica 5 giugno, Fabio Micalizzi, Presidente della Federazione Armatori Siciliani, ha inviato alla Procura di Roma la richiesta di aprire un'indagine al riguardo. "Tutti i componenti i due equipaggi stanno bene, ma ora basta. La Federazione armatori siciliani si attiverà al fine della tutela delle imprese di pesca e per il diritto al futuro" ha dichiarato Micalizzi.
Zala KYB, il drone kamikaze in azione: l'arma che stravolge la guerra sul campo | Video