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Empoli, telecamera nascosta nella doccia femminile dell'ospedale: "Chi è il responsabile"

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Chi è il "guardone" che ha piazzato delle telecamere nascoste nella doccia dello spogliatoio del personale femminile dell'ospedale di Empoli? Per spiare un centinaio di dipendenti, ha utilizzato un sistema piuttosto rudimentale, che non sarebbe stato collegato a un sistema di memoria (in altre parole, non registrava le immagini), ma si è premurato di mimetizzarlo nel miglior modo possibile. Certo, gli inquirenti che stanno indagando a questo spinoso e pruriginoso caso di provincia non possono escludere, in realtà, che il pervertito riprendesse poi con il proprio telefonino quanto girato dalla telecamera, potendo così invece "salvare" e mettere in rete il materiale proibito. 

A scoprire l'agguato a luci rosse è stata una infermiera che lavora all'ospedale San Giuseppe, notando un minuscolo foro nelle piastrelle della doccia. Sembrava una semplice screpolatura, ma toccandola con la mano ha scoperto la micro-telecamera attaccata a un filo elettrico che la alimentava h24. "Chissà per quanto tempo ci hanno spiato sotto le docce, ora temiamo di finire sul web, in pasto a maniaci e guardoni. Non è una semplice molestia, ma una violenza vera e propria. Siamo tutte profondamente turbate - racconta al Corriere della Sera la donna -. È stato uno spregio al nostro essere donne, mamme e lavoratrici. Persone che ogni giorno fanno il proprio dovere aiutando i pazienti e salvando vite umane. E che si lavavano dopo aver indossato ore e ore maschere e tute per proteggersi dal Covid".

 

 

 

 

Massimo riserbo tra gli inquirenti, ma una cosa è quasi sicura: il responsabile è un dipendente dell'ospedale, perché per raggiungere gli spogliatoi delle donne e installare l'apparecchiatura occorre percorrere un grande atrio, camminare per decine di metri, attraversare un corridoio e aprire alcune porte sempre muniti di badge. L'ipotesi che sia stato un esterno, un "infiltrato", sembra essere dunque da escludere.

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