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Cosenza, la studentessa "oscena"? Come la riduce la vicepreside: la foto che fa il giro d'Italia

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La storia e la foto hanno fatto il giro d'Italia. Una studentessa del liceo Lucrezia della Valle di Cosenza è stata letteralmente "censurata" dalla vicepreside, che le ha applicato dello scotch sui buchi dei jeans strappati. Il nastro adesivo per nascondere alla vista di compagni e compagne di classe le parti delle gambe più in vista. Secondo la dirigente scolastica, i ragazzi hanno preso la misura della docente come un gioco, ma sui social ovviamente si è aperto il dibattito sul decoro in classe, come sempre avviene in casi simili. 

 

 


A denunciare il tutto in termini indignati è stata qualche giorno fa la pagina Facebook del Fronte della gioventù comunista, a cui è poi seguito un flash mob di protesta. Tra i pochi presenti, alcune studentesse hanno indossato dei jeans "provocatori" con la toppa e hanno esposto uno striscione più che chiaro: "Il vostro decoro è violenza e repressione. No alla scuola dei padroni". Secondo i giovani comunisti, "l'abbigliamento di un ragazz# (proprio così, in ossequio forse alle direttive di Michela Murgia, ndr) non può essere determinato da un presunto dress code della scuola. Non è riportato in alcun documento legale e nega il diritto di ogni persona di esprimersi attraverso il proprio modo di sentire. Riteniamo vergognosi atti di questo genere che si sarebbero ripetuti svariate volte e sono il frutto di cosa è diventata la scuola pubblica. La competizione fra i vari istituti, sempre più simili ad aziende, li porta a volere apparire all'esterno come scuole d'elite con studenti perfetti, imponendo norme assurde come questa".

 

 

 



Anche il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori, è critico: "In classe si deve andare vestiti in maniera decorosa e su questo non ci piove. Ma un jeans strappato lo vedi in vetrina in via Montenapoleone a Milano e in via Condotti a Roma. Se una ragazzina li mette a scuola è semplicemente di tendenza". Il rischio, sottolinea Marziale, è quello di passare dalla educazione, anche rigida, alla umiliazione

 

 

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