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Mascherine, l'obbligo eterno: "Dove e fino a quando dovremo tenerle", estate da incubo

Claudia Osmetti
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Fermi tutti, ci teniamo le Ffp2 anche dopo il 15 giugno. Almeno sui treni, nei traghetti e in aereo: per le vacanze, cioè, quest' estate partiamo "mascherati". Niente di certo, son solo indiscrezioni. «Decideremo qualche giorno prima del 15 giugno» fa sapere Palazzo Chigi. Però le voci corrono e secondo alcune fonti l'orientamento è quello della proroga. Il rischio è che quel benedetto (si fa per dire) decreto sul Covid (che, tra parentesi doveva scomparire per sempre) ce lo ritroviamo, magari solo in parte, sul groppone pure a luglio. Quando c'è un'afa che te la raccomando e boccheggi già di tuo. È che a Roma sembrano sordi. Oppure sentono solo quel che vogliono sentire.
I contagi continuano a scendere (sia giornalmente che su base settimanale: ieri si sono contati 19.666 nuove infezioni, circa mille in meno di giovedì e con uno scarto di 7mila rispetto allo scorso venerdì); il tasso di positività cala (piccole percentuali, ma il trend è indiscutibilmente di decrescita); mezzo mondo (quello Occidentale) è tornato alla vita di prima e noi niente. Siam sempre lì.
Con le restrizioni più stringenti d'Europa. La mascherina da indossare per forza (adesso anche al cinema o a teatro e per i dipendenti privati ma non per quelli pubblici) e il vaccino obbligatorio per gli over 50 (nonostante la copertura di massa abbia raggiunto, oramai, il 92% della popolazione e i risultati, vedi il bollettino di cui sopra, sono sotto gli occhi di chiunque).

 

 

 

LA PROTESTA DEI PRESIDI - Sarebbe anche arrivata l'ora di cambiare registro. O no? Prendi la scuola. Hanno ragione i presidi. Dài, siamo seri: ma che senso ha? «Si consente che ci siano anche 100mila tifosi ammassati al Circo Massimo, per ore senza e alcun obbligo», sbotta Mario Rusconi, il presidente dell'Anp Roma, l'Associazione nazionale dei dirigenti scolastici, e allora «potrebbe benissimo essere abolito l'obbligo di mascherina per gli esami di terza media e della maturità». Non fa una piega. Primo perché la Ffp2 in classe era diventata ridicola da qualche mese (ché vedi i bambini delle elementare spintonarsi in cortile durante l'intervallo e, dieci minuti dopo, tapparsi la bocca alla lavagna); secondo perché non se ne capisce proprio il motivo visto che, all'esamone, si è belli che distanziati per altri e non sanitari motivi; e terzo perché lo stanno chiedendo tutti. Mica solo i presidi. Anche i prof, gli studenti. Le Regioni (che hanno scritto un appello al ministero di Roberto Speranza, Leu, per togliere la mascherina a 'sti poveri alunni almeno nelle ultime due settimane dell'anno scolastico) e persino i garanti per l'infanzia regionali.
Riferisce l'Ansa, tuttavia, che «fonti qualificate», sulla questione, abbiano già detto niet: «Non ci sono i tempi tecnici per modificare la legge attualmente in vigore». I tempi tecnici? Ma, di grazia, che ci vuole? Bastan due righe e una circolare: ci-sono-trenta-gradi-agli-studenti-è-concesso-di-respirare. Non è così difficile.

 

CONTRADDIZIONE - Invece ci risiamo. Con quei provvedimenti che si contraddicono da soli.
Concerti pieni (vedi alla voce: Primo maggio o Vasco) in libertà e stanze d'esame (dove al massimo ci saranno dieci persone) con la chirurgica sul naso. Tra l'altro, gli esami di fine anno si terranno a partire dal 22 giugno: cioè anche formalmente dopo lo scadere di quei «tempi tecnici» a cui certa politica si sta aggrappando con le unghie da quando l'emergenza è scivolata nel post-pandemia. E senza contare che il coro delle richieste comprende anche esponenti dell'esecutivo. Come il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, M5s («Un abbandono della mascherina in anticipo sarebbe auspicabile, ma non decido io da solo»). O il collega Costa, Noi per l'Italia («Gli spazi per gli esami sono anche più ampli delle normali aule»). O la corrispettiva all'Istruzione, la grillina Barbara Floridia («Anche a scuola si dovrebbe accedere senza mascherine e fruire liberamente di tutti gli spazi di cui i nostri ragazzi sono stati privati»). Chissà, tocca aspettare. Magari loro avranno più fortuna. Magari li ascolteranno.

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