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Bari, rimorchiatore affondato: si indaga per "omicidio". Un mistero inquietante: cosa proprio non torna

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Mercoledì 18 maggio il rimorchiatore Franco P è affondato a 50 miglia da Bari. L'unico superstite è stato il comandante Giuseppe Petralia, 63enne siciliano, ora ricoverato nell'ospedale di Bari in un forte stato di choc. L'uomo è stato salvato da un mercantile croato. L'equipaggio dell'imbarcazione affondata era composta da ben sei uomini tutti compresi tra i 58 e i 65 anni. L'unico a sopravvivere è stato però Giuseppe. Non è stato possibile completare il recupero dei dispersi. Proseguono le ricerche anche se le speranze sono minime.

 

 

L'imbarcazione era partita da Ancona con destinazione Durazzo, Albania, con il compito di trainare un moto pontone con undici persone a bordo. O almeno era quello che hanno cercato di fare. A un certo punto il rimorchiatore ha iniziato a imbarcare acqua ed è sprofondato in pochi istanti. Andrea Massimo Loi, Luciano Bigoni e Ahmed Jelali sono i nomi dei tre membri dell’equipaggio recuperati al largo di Bari, grazie alla Guardia di Finanza, Guardia Costiera, Marina Militare, Aeronautica Militare e dell’aviazione della Croazia.

 

 

La procura di Bari ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di naufragio e di omicidio. Il tutto è ancora da ricostruire. Ma cos'è successo quella notte? È arrivato un mayday alla Capitaneria di porto di Bari intorno alle 21 dai membri dell'equipaggio del pontone. Il comandante della Guardia Costiera Puglia, Vincenzo Leone, ha spiegato che il rimorchiatore sarebbe affondato in modo repentino. Quella notte il mare era particolarmente mosso e ad aggravare il tutto forti raffiche di vento hanno peggiorato la situazione. Una motonave split ha portato in salvo le persone sul pontone, le quali saranno le uniche a poter raccontare come sono andate veramente le cose. Potrebbe trattarsi di un guasto tecnico, un cedimento strutturale o uno scontro con qualcosa. Sono in corso le indagini.

 

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