Strage di Samarate, "Fallito...". Colpo di scena: cosa ha scatenato la furia di Maja
Ci sarebbero nuovi risvolti nel caso della strage di Samarate. Alessandro Maja, nella notte del 4 maggio aveva ucciso la moglie Stefania Pivetta, 56 anni e la figlia Giulia di 16 anni per poi aggredire ripetutamente il figlio Nicolò a colpi di martellate. L'omicida è stato poi ricoverato al reparto di psichiatria dell'ospedale di Monza. La motivazione di questo suo raptus di rabbia sembrerebbe essere stata la sua ossessione per il risparmio.
Secondo una prima ricostruzione Maja sembrava essere in difficoltà economiche. Le ultime investigazioni non hanno però portato alla luce prove che possano accreditare questa tesi. Sono quindi stati interrogati, nei giorni scorsi, i suoi due commercialisti: uno che controllava l'attività dell'imprenditore e un altro che gestiva gli affari di famiglia.
"Qualcuno è entrato". Mistero sulla strage di Samarate: lo sfregio nella casa dell'orrore
Quanto è emerso dalle sue dichiarazioni è che Alessandro Maja, architetto, avrebbe sbagliato completamente un progetto, o perlomeno, si sarebbe convinto di ciò. Il Corriere della Sera ha riportato che l'uomo avrebbe commesso errori dopo il coinvolgimento di maestranze per interventi che andavano azzerati. Avrebbe quindi anticipato, probabilmente a proprie spese, l'acquisto del materiale necessario a portare a termine il lavoro. La nota catena per cui stava lavorando, e che gli aveva commissionato il lavoro, ha dovuto rimandare quindi l'inaugurazione del locale. Non gradendo per niente la situazione. Maja a quel punto aveva paura di incorrere in una penale che avrebbe aggravato la sua situazione economica.