Vaiolo delle scimmie, "ecco come dovete fare sesso": la velina a luci rosse del governo
Il vaiolo delle scimmie arriva anche in Italia: a identificare il primo caso ieri sono stati i medici dell'ospedale Spallanzani di Roma. Il paziente in questione è un «giovane adulto di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie», presentatosi poco prima al pronto soccorso Umberto I. In queste ore sono in fase di accertamento altri due casi sospetti nel nostro Paese mentre in Europa sono 14:7 nel Regno Unito, 5 in Portogallo e 1 in Svezia confermato nella serata di ieri, a cui si sommano 28 sospetti in tutta la penisola iberica (8 casi in Spagna). La notizia ha generato un'allerta in Spagna, dove secondo El Pais il governo sarebbe già pronto all'acquisto di migliaia di dosi di vaccino. Per quanto riguarda la diffusione, in una nota ufficiale l'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha spiegato che si tratta della prima volta in cui «vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l'Africa occidentale e centrale».
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Fino a ieri il principale focolaio del virus è quello localizzato in Gran Bretagna ma per ora l'Organizzazione mondiale della sanità «non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi con il Regno Unito». Per quanto concerne il ragazzo italiano, gli esperti dello Spallanzani hanno esposto il metodo con cui è stata effettuata la diagnosi: «il quadro clinico è risultato caratteristico e il Monkeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona - concludono - è in isolamento in discrete condizioni generali, sono in corso le indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti». Al momento, secondo gli esperti, i casi osservati in Europa e negli Stati Uniti non presentano segni clinici di gravità; stando a quanto affermato dall'Istituto superiore di sanità, infatti, «la malattia si risolve spontaneamente in una o due settimane, con adeguato riposo e senza terapie specifiche. Possono essere somministrati antivirali quando necessario». Le persone esposte a maggiori rischi sarebbero quelle non vaccinate contro il vaiolo a causa dell'assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo e di quello delle scimmie, «possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi».
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Ma come avviene generalmente la trasmissione del contagio? Esso può avvenire tramite un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto. Più difficile - ma pur sempre possibile - la trasmissione da uomo a uomo, che avviene tramite scambio di gocce di saliva nel respiro durante il contatto prolungato faccia a faccia o attraverso altri fluidi corporei. A questo proposito, l'Oms ha riscontrato casi di trasmissione del monkeypox virus tra la comunità gay della Gran Bretagna, tanto che l'Ecdc ha invitato le organizzazioni comunitarie a promuovere una maggiore comunicazione sui rischi della diffusione del vaiolo delle scimmie tra «uomini che fanno sesso con altri uomini». Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie infettive dell'Iss, ha raccomandato a sua volta «prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongono uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili». L'Istituto superiore di sanità (che ha costituito una task force di esperti) non fa però alcun cenno specifico ai rapporti tra persone omosessuali. Sulla diffusione del vaiolo delle scimmie «teniamo alta l'attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale» ha affermato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza. Il sottosegretario Sileri invita alla massima attenzione, specificando però che a oggi"non c'è nessun allarme particolare».
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