Reliquie di San Nicola, Papa Francesco minacciato dagli emissari di Putin: la missione in Vaticano
Gli uomini di Vladimir Putin sono ovunque, anche in Vaticano. Durante la 16esima udienza del processo sugli investimenti della Santa Sede è infatti emerso che due emissari russi definiti "delegati per le questioni diplomatiche particolari di Putin" cercarono di ricevere in dono le reliquie di San Nicola di Bari. Reliquie alle quali lo zar sarebbe molto devoto. I due uomini, oltre a rivendicare un conto allo Ior "mai esistito", incontrarono Angelo Becciu, il cardinale imputato per peculato e abuso d'ufficio. A ricostruire la vicenda per filo e per segno un'altra indagata, Cecilia Marogna. L'ex manager conferma nella memoria "di aver presentato e accreditato, presso la Segreteria di Stato della Città del Vaticano, i generali Carta e Caravelli nell'ottobre 2017. Particolare la conoscenza del generale Caravelli, che mi fu presentato dall'imprenditore romano Piergiorgio Bassi, e che si qualificava, secondo quanto dallo stesso asserito, suo socio in una società di intelligence e sicurezza sita in Svizzera: la Brasidas Group". Secondo quanto raccontato dalla donna Bassi le avrebbe chiesto di conoscere "due soggetti che venivano definiti suoi partner russi" e "i due profili corrispondono all'identità di Goloschchapov Konstantin Veniaminovich e Lukjanov Vladimir Nikolayevich".
Il motivo del faccia a faccia? "Alcune iniziative di cui Piergiorgio Bassi si faceva ambasciatore in Italia, per conto del gruppo russo di cui facevano parte anche i due funzionari". Da qui - secondo la sua memoria - la richiesta al cardinale Becciu di domandare allo Ior le possibili informazioni a riguardo. E lui "si rese disponibile ad interfacciarsi direttamente con il direttore generale dello Ior, Gian Franco Mammì". La risposta ricevuta qualche giorno dopo riportava però "l'inesistenza del trust".
Ma questo non fu il solo interesse da parte dei russi, che come anticipato prima, puntavano alle reliquie di San Nicola di Bari. Le stesse che la Basilica del capoluogo pugliese aveva prestato per oltre due mesi nel luglio 2017 alla Chiesa ortodossa. "L'accordo fu raggiunto da papa Francesco e dal patriarca Kirill nello storico incontro a Cuba in presenza anche di Becciu - prosegue Marogna -. Le reliquie erano state portate prima a Mosca e successivamente a San Pietroburgo per essere venerate dal vivo da milioni di fedeli russi".