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Omicidio di Samarate, colpo di scena: Maja nascondeva un segreto. Spunta il foglio firmato con la moglie

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Colpo di scena nell'omicidio di Samarate. Alessandro Maja e la moglie Stefania Pivetta di fatto avrebbero sottoscritto nell'ufficio di un notaio, come riporta ilCorriere, la costituzione di un fondo patrimoniale la cui liquidità sarebbe stata destinata "a far fronte ai bisogni di famiglia". Ed è su questo punto e soprattutto sulle operazioni finanziarie che si concentrano le indagini degli investigatori. A quanto pare Maja potrebbe aver dato il via ad alcune operazioni finanziarie pericolose chiedendo anche prestiti fuori dal circuito delle banche alle persone sbagliate. Gli inquirenti vogliono dunque capire da dove possa essere scattata la furia omicida del 57enne che ha ucciso moglie, figlia e ferito gravemente il figlio con un martello.

 

 

Secondo alcune testimonianze e indiscrezioni sarebbe noto l'attaccamento ai soldi da parte di Maja. Un attaccamento dovuto probabilmente ad alcuni problemi di liquidità mai confessati. Va detto che tutte queste circostanze vanno verificate. Maja di fatto avrebbe accusato la moglie di spendere troppo nonostante le difficoltà finanziarie.

 

 

La sua ultima ossessione sarebbe stata quella sul risparmio a tutti i costi. Segno evidente di qualche problema di cassa. Una cosa è certa: l'architetto era poco loquace e di fatto non ha mai confidato i suoi problemi, nemmeno in ambito familiare. Ma è nelle pieghe di queste scritture private dal notaio che gli inquirenti cercano la miccia che ha fatto esplodere questa follia che ha portato alla morte di due persone sorprese nel sonno dalla furia di un uomo armato di martello. Maja era terrorizzato da un futuro in totale povertà. Una paura costante che avrebbe potuto innescare una reazione violenta e crudele contro la sua stessa famiglia. Ma i punti oscuri in questa storia sono tanti e tutti ancora da chiarire. 

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