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Bollettino, il dato che inquieta: cosa sta succedendo con le reinfezioni (e perché il vaccino non basta)

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La situazione epidemiologica dell’Italia continua a essere sotto controllo. Anzi, rispetto a sabato scorso emerge anche un miglioramento, sia dal punto di vista dei nuovi casi di Covid che da quello dei decessi. Il bollettino di oggi, sabato 7 maggio, rilasciato dal ministero della Salute dà conto di 40.522 contagiati, 55.691 guariti e 113 morti a fronte di 305.563 tamponi analizzati, con il tasso di positività che è stato rilevato al 13,3% (-1,3 rispetto a ieri).

 

 

Per quanto concerne il sistema sanitario nazionale, la pressione è ampiamente gestibile ed è anche in costante calo: oggi il saldo dei ricoverati Covid in reparti ordinari è -349 (8.815 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva è -8 (355) a fronte di 35 nuovi ingressi. In calo anche gli attualmente positivi, che però sono un numero ancora considerevole: 1.131.364. Segno che Omicron e le sue sottovarianti stanno circolando con forza, ma al tempo stesso la barriera eretta dall'alto tasso di vaccinati e guariti sta permettendo il ritorno a una vita quanto più normale possibile.

 

 

C’è un solo elemento che "inquieta" in questa fase dell'epidemia di Covid: la possibilità di reinfettarsi anche se guariti o coperti dal vaccino. “La vaccinazione andrà rinforzata periodicamente con i nuovi prodotti aggiornati”, ha dichiarato il virologo Fabrizio Pregliasco all’Adnkronos Salute. Dagli Stati Uniti è già arrivato l’allarme su un’ondata da 100 milioni di casi il prossimo autunno-inverno e il ministro Speranza ha di conseguenza prospettato la possibilità di un booster esteso in autunno con nuovi vaccini.

 

 

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