È allerta per la peste suina nella Regione Lazio, che ha da poco indetto una "zona rossa". L'obiettivo è quello di contrastare la diffusione della malattia virale è sarà perseguito stabilendo una zona infetta provvisoria, con misure stringenti, e una zona di attenzione. Nell'area interessata verranno osservati i cinghiali, analizzate eventuali carcasse e successivamente smaltite. A delimitare la zona alcuni cartelli, dove sarà severamente vietato dare cibo agli animali, fare pic nic ed organizzare qualsiasi tipo di eventi. L'ordinanza si è resa necessaria dopo il primo caso di peste suina nel parco dell'Insugherata.

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Si torna allo scorso sabato, quando si è tenuta una lunga telefonata tra Giuseppe Conte e Vladimir Putin. Una vic...Non solo, perché nel tentativo di evitare l'arrivo di sempre più numerosi cinghiali, il comune provvederà alla recinzione dei cassonetti e al controllo degli allevamenti di suini e animali che ricadono o sono limitrofi alla zona. I rischi per l'uomo? Come riporta l'ordinanza, "la malattia non è trasmissibile agli esseri umani", ma "è necessario comunque regolare le attività umane all'aperto che, prevedendo l'interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti o potenzialmente infetti, possono comportare un rischio per la diffusione della malattia tra maiali e cinghiali". Viene inoltre ritenuto "necessario il coinvolgimento dei servizi veterinari locali e delle forze di polizia nelle relative attività di vigilanza e controllo".

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Allarme in Europa: per la prima volta in Germania, nella regione del Brandeburgo, è stata riscontrata la peste su..."Quello della peste suina - ha confermato il ministro della Salute Roberto Speranza - è un tema su cui mettiamo, anche in questo caso, la massima attenzione, in sintonia chiaramente con i territori che sono maggiormente coinvolti, e il sottosegretario Costa lo seguirà quotidianamente". Ma basterà la zona rossa ad arginare il problema?
