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Svolta nel caso Sartori. La drammatica fine: cosa ha fatto dopo l'ultimo viaggio in auto

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Sono passati quasi otto mesi dalla scomparsa di Davide Sartori, il 29enne che si è suicidato nella notte tra il 17 e 18 settembre 2021 nelle campagne di Casorte Primo, in Provincia di Pavia. Luogo nel quale il ragazzo non era mai stato in precedenza. C'è solo un motivo che gli interroganti non si riescono a spiegare, il motivo di tale decisione.

 


Giacomo era originario di Mel nel bellunese e faceva l'informatico. Il suo corpo è stato ritrovato impiccato a una quercia vicino alla Cascina Caiella. Andrea Zanoncelli, pm che sta seguendo il caso, è pronto a chiederne l' archiviazione: “Un'inchiesta che ha seguito lo stesso meticoloso protocollo previsto nei casi di omicidio”. È stata un'indagine accurata quella condotta della squadra Omicidi del Nucleo investigativo di Milano. Senza però trovare alcun dettaglio che faccia intendere qualcosa di diverso dal suicidio. L'autopsia ha svelato: “L'assenza di segni violenza o di pressione esterna”.

 


Sia il Dna sulla catena e sul cavo elettrico con il quale si è impiccato, sia quello lasciato sul cellulare lasciato ai piedi dell'albero, è stato riconosciuto come il suo. L'unico dubbio rimane sul furto dello zaino, avvenuto in un bar di Milano, dove all'interno aveva il pc aziendale. Dopo questo fatto Davide era ritornato per qualche istante a casa, dove aveva cercato di collegarsi da remoto al pc per provare a cancellarne i dati, senza però riuscirci. Si era poi messo in macchina alla volta di Pavia dopo la mezzanotte. Cos'aveva dentro quel computer? 

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