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Bollette killer, infarti a raffica: ecco quanti sono i morti dopo aver aperto la busta

Claudia Osmetti
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Ha avuto un malore. All'ufficio delle Poste, con la bolletta in mano, appena è finita la fila: quando la sportellista le ha fatto presente l'importo, una signora pensionata, di Feltre, in provincia di Belluno, classe 1943, s' è sentita male. E non per modo di dire: hanno dovuto chiamare l'ambulanza e soccorrerla. Pensava di dover pagare 33 euro per l'utenza del gas, come sempre. Gliene avevano addebitati 33mila. Non ha retto. Ma-cosa? Ed è caduta giù come una pera. Per fortuna a darle un po' di fiato ci ha pensato il figlio, che quel cedolino "impazzito" lo ha impugnato davanti a un giudice e, ieri, si è visto cancellare il debito che pendeva sopra la loro testa dal 2017. Cinque anni di avvocati e carte bollate, ma almeno è finita bene.

È finita, cioè, che lei (la madre) si è ripresa e lui (il ragazzo) non dovrà scucire un centesimo dato che i suoi legali hanno trovato il modo di districarsi tra contratti di voltura, richieste di lettura del contatore e rateizzazioni di pagamenti che, ora, non dovrà più staccare perché il tribunale veneto ha annullato la sua ingiunzione. Almeno quello.

 

 

Epperò rimane la paura. Perché non c'è mica solo la signora di Feltre alle prese con le "bollette da infarto". Purtroppo di casi, invece, se ne registrano a decine. E non riguardano solo i rincari gonfiati degli ultimi mesi. Anzi, spesso sono pure precedenti. Perché ormai, a preoccuparci quando arriva la busta con su scritto Enel o quel che è, ci siamo abituati. È da gennaio che sentiamo parlare si stangate o mazzate. A Lecco c'è l'anziana (siamo nel 2012) a cui chiedono 5.800 euro per l'acqua, manco annuale ma di un solo bimestre, che non si perde d'animo e chiama il gestore sperando in una spiegazione più clemente ma quando si sente rispondere «no, signora: l'importo è corretto» stramazza a terra e devono ricoverarla in ospedale. A Roma c'è l'81enne residente di una casa popolare (è il 2018) che strabuzza gli occhi davanti al conto dell'Eni - sopra c'è scritto 18.464 euro - e poi ha un malore.
Un mancamento, arrivano i medici. E quando lei si riprende il suo prime pensiero è "dove li trovo i soldi?".

 

 

Oppure l'uomo romano (2016) che si trasferisce e, quasi per caso, va a far visita alla vecchia proprietaria dell'appartamento che ha lasciato, la quale gli allunga un plico di posta ancora intonsa e dentro ci trova un conguaglio di 65mila euro di una società multiservizi: stessa storia, prima un giramento di testa, poi il malore. O ancora l'ultranovantenne che a Trieste si ritrova con una fattura da pagare di 1.761 euro più qualche spiccio (ma chi ci fa caso, con quelle cifre, ai decimali) e di primo acchito pensa di aver letto male, poi afferra gli occhiali e si porta una mano al cuore: è cardiopatica, le viene un infarto, un infarto vero, rimane ricoverata per una settimana di fila. In provincia di Salerno, per dimenticanza del gestore, ad una azienda grafica è arrivato un conto di 97mila euro. È che ormai è diventato quasi un modo di dire: "che bolletta da infarto", "la bolletta choc", "una bolletta da stare male". Ma per molte persone, specie per gli anziani, purtroppo succede sul serio. E non sempre, come nel caso di Feltre, va tutto per il meglio.

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