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Vaccino, "il report sulla sicurezza coperto da segreto militare": choc in Italia, cosa ci nascondono

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Sulla carta c'è scritto che le case farmaceutiche sono obbligate a presentare periodicamente i rapporti sulla sicurezza dei vaccini anti covid che producono. C'è una determina dell'Aifa, l'agenzia nazionale del farmaco, a stabilirlo. Ed è stata pure pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Peccato che queste relazioni sui vaccini Pfizer-Biontech, Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson sembrano un segreto di Stato: ad oggi alle due associazioni di promozione sociale Idu (istanza diritti umani, di Novara) e Dus (Diritti umani e salute, di Roma) che ne avevano fatto richiesta è stato risposto picche. Lo denuncia dalle colonne del Fatto Quotidiano Enzo Iapichino, uno dei legali delle associazioni che ha fatto richiesta di accesso agli atti e che poi si sono trovate costrette a presentare una querela alla Procura di Roma contro Aifa, il ministero della Salute, il Comitato tecnico-scientifico, l'Istituto superiore di sanità indicando varie ipotesi di reato, dall'omissione di atti d'ufficio al falso ideologico. 

 

 

Come racconta Iapichino a Natascia Ronchetti, è da novembre che cercano di leggere quei report. Il direttore generale dell'Aifa, "Nicola Magrini ci ha risposto che i rapporti sulla sicurezza dei vaccini hanno natura riservata, sono di proprietà delle case farmaceutiche", rivela l'avvocato. "Soprattutto che Aifa non detiene la documentazione richiesta. Magrini ci ha scritto di rivolgerci a Ema, l'agenzia europea del farmaco". Cosa che hanno fatto, ma anche lì nulla da fare. "Ema ci ha opposto un diniego. Indicando tre motivi. Primo: i report non possono essere divulgati per non pregiudicare il processo decisionale sull'autorizzazione incondizionata. Secondo: rientrano nelle eccezioni del loro regolamento, che attengono all'ordine pubblico e al segreto militare. Terzo: l'interesse di non incidere sulla decisione finale, che riguarda appunto l'autorizzazione, prevale sull'interesse pubblico. Assurdo. Perché in Italia abbiamo intere categorie obbligate a vaccinarsi". Poi c'è stato il ministero della Salute, di nuovo l'Aifa, ma ad oggi ancora nessuna traccia delle relazioni. La conclusione di Iapichino è "che manca la trasparenza da parte delle istituzioni. Se parliamo delle relazioni sulla sicurezza dei vaccini a questo punto presumiamo che non ne siano in possesso. Se parliamo degli studi scientifici, presumiamo che li abbiano. Ma allora perché non li mettono a disposizione?".

 

 

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