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Roma, "colpo di Stato" all'ambasciata della Somalia: "Serratura forzata, si è barricato dentro"
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Caos all'ambasciata della Somalia a Roma, nel quartiere Prati, dove è in corso una vera e propria guerra tra vecchi e nuovi diplomatici. Cosa è successo? Un "tentato colpo di stato" finito in malo modo. Il rappresentante appena nominato dal governo di Mogadiscio, Ahmed Adbirahman Nur, cugino dell'attuale presidente della Somalia, si sarebbe barricato all'interno dell'edificio. E non solo: come riporta Repubblica, avrebbe pure forzato le serrature e sfrattato il predecessore ancora in carica, Mohamed Abdirahman Sheik Issa.
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Questa la versione offerta dallo "sfrattato" Issa alla polizia. La procura indaga adesso per invasione arbitraria di edifici. Il "golpe" risale al 7 aprile, quando in piena notte il nuovo diplomatico avrebbe deciso di entrare nell'ambasciata, non dicendo nulla al vecchio diplomatico, che ancora detiene le chiavi ed è a tutti gli effetti l'ambasciatore in Italia della Somalia. Adbirahman Nur si sarebbe organizzato alla perfezione e avrebbe sfondato le porte grazie anche all'aiuto di un fabbro e di un falegname.
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Dopo l'ingresso, l'uomo si sarebbe chiuso dentro, facendo mettere delle nuove serrature. Cosicché Issa non avrebbe potuto farci niente. E poi, stando alla versione dello sfrattato, avrebbe pure acquisito documenti top secret custoditi nell'ambasciata. A quel punto allora il diplomatico estromesso si è rivolto alla polizia invocando la "protezione diplomatica. È in pericolo la mia incolumità personale quale ambasciatore in carica". Le forze dell'ordine, nel frattempo, si chiedono se l'operazione sia stata autorizzata direttamente dalla Somalia o se invece sia stato organizzato tutto in autonomia da Adbirahman Nur.
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