Epatite acuta, "alimenti e abitudini": ministero in allarme, qualcosa non torna
Segnalare ogni eventuale caso di epatite acuta di origine sconosciuta fra i bambini. È quanto ordinano il ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità (Iss). "Si raccomanda, in questa fase, di valutare ed eventualmente segnalare anche i casi parzialmente rispondenti alla definizione di caso". Nella circolare firmata dal direttore generale Prevenzione sanitaria Giovanni Rezza si danno istruzioni ai medici e agli esperti su come gestire la sorveglianza e "si raccomanda di prevedere in ogni caso la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario". Si raccomanda inoltre di "dare massima diffusione tra i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale e le strutture di assistenza ospedaliera e territoriale, delle informazioni disponibili e aggiornate", "in modo da sensibilizzare i medici su ogni potenziale caso sospetto". E poiché "alcuni casi sono risultati positivi al Covid e/o adenovirus, è necessario intraprendere la caratterizzazione genetica dei virus per determinare eventuali associazioni tra i casi".
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Un invito necessario dopo il preoccupante aumento dei casi. Al 22 aprile, infatti, "sono giunte in totale 11 segnalazioni" che "fanno riferimento a pazienti individuati in diverse Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto)". Al momento solo due sono confermati e a un paziente giudicato "possibile" è stato eseguito un trapianto epatico" Una positività per adenovirus o per Covid è stata per ora riportata solo in due casi sospetti. "Il ruolo giocato dagli adenovirus nella eziologia di queste forme di epatite acuta, ipotizzato da ricercatori UK, non è però confermato in via definitiva".
Per quanto riguarda i due casi lombardi, si tratta di un bambino di 11 anni e di una bimba di 6, entrambi ricoverati all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il bambino è stato sottoposto a trapianto di fegato, riporta l’Eco di Bergamo. I due casi non sarebbero collegabili e tra loro. "Non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti Covid-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune", precisa il ministero.
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