Padre Pio non fa più miracoli, ecco le foto da San Giovanni Rotondo: sconcerto e tristezza
Ci vorrebbe un miracolo. Uno di quelli ai quali Padre Pio da Pietrelcina ci ha abituato ma che nella sua "casa" non riescono più. Sono stata a San Giovanni Rotondo, 27 mila abitanti in provincia di Foggia, e mi sono imbattuta in una cattedrale nel deserto. La pandemia prima e ora i venti di guerra hanno sgretolato l'essere e l'avere. Si fa sempre più fatica ad essere un credente: solo il 22% va a messa alla domenica e solo il 26,1% dichiara di dedicare alla preghiera un momento esclusivo alla settimana. Gli abitanti di San Giovanni Rotondo il miracolo lo hanno cercato ma non lo hanno trovato: il 70% dell'economia del paese si basa sul turismo religioso che con il Giubileo del 2000 pensava di aver fatto Bingo.
Allora si fantasticava sull'arrivo di 8 milioni di pellegrini all'anno, una media di 22 mila al giorno. Così chiunque aveva da parte un po' di denaro e un po' di terreno s' inventò albergatore, costruendo oltre un centinaio tra hotel e bed and breakfast, con i posti letto passati da 2mila a 8mila. Ora, con la stessa ansia che avevano avuto nel costruire, gli stessi proprietari non vedono l'ora che cada il vincolo 25ennale per trasformare le stesse costruzioni in case, negozi, centri commerciali. Camminando intorno al convento e al santuario dei Frati Minori Cappuccini, si vedono alberghi chiusi, ristoranti con identici menù turistici a prezzo fisso che se la giocano sull'euro di differenza o sul limoncello in omaggio. Nonostante San Giovanni Rotondo sia facile da raggiungere.
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SOPRAMMOBILE
Ma la verità è che i fedeli ci arrivano sempre meno e i pellegrinaggi di gruppo (quelli che portano soldi) sono scomparsi. Al punto che la mastodontica Chiesa di San Pio da Pietrelcina, disegnata da Renzo Piano (costata 36 milioni di euro), inaugurata nel 2004 e con una capienza di 7000 posti, al momento è un soprammobile. Non si celebrano messe e se ci entri ti perdi in una irreale solitudine. Non incontro nessuno: né un frate, né un volontario, né un addetto alle pulizie o un altro visitatore. Non c'è nessuno neppure nel prezioso corridoio sotterraneo con i 54 sfarzosi mosaici di padre Marko Rupnik che porta alla discussa cripta sfavillante di quintali d'oro frutto di ex voto e ricordi dei fedeli. Lì inizialmente i frati avevano posto la salma di Padre Pio e da lì, dopo tante critiche riguardo all'opulenza del luogo, nel 2018 è stata riportata in una teca nella cripta della Chiesa Nuova di Santa Maria delle Grazie. Qui, alla messa delle 10 eravamo in 14 e chi l'ha celebrata non ha rispettato neppure i tempi regolamentari, cavandosela in 30 minuti. Ripasso un paio d'ore più tardi e la chiesa è ancora vuota. Nella Chiesa Vecchia, quella minuscola che Padre Pio utilizzava per pregare e confessare i fedeli, in 5 sono seduti e stanno pregando.
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Fuori, sul sagrato, da ore l'unica presenza costante è quella di una donna che chiede denaro affinché Padre Pio ti guardi con maggiore benevolenza. Ci sono anche un paio di ragazzi che fanno un po' di volantinaggio a random per ristoranti e taxi, ma sono i primi a non crederci. Ci sono statue di Padre Pio ovunque, ma anche quella più nota, all'interno del giardino, di fronte al convento piange la mancanza di lumini accesi. Mi inoltro nel piazzale immenso che fronteggia l'esuberanza architettonica di Renzo Piano per andare a verificare a che punto sta la costruzione della Domus Sacerdotalis, il desiderio espresso da Padre Pio ed avviato fin dagli anni '50. C'è una gru ferma e l'armatura di un futuro qualcosa, ma nessuno ci sta lavorando. Un cartello spiega tutto: "Casa di riposo per frati anziani. Cantiere fermo. Aiutateci a realizzarla". Serve un miracolo. Non va meglio neppure alla Casa sollievo della Sofferenza, l'ospedale creato e inaugurato da Padre Pio nel 1956, un'eccellenza del sistema sanitario della Puglia che richiama pazienti anche dal resto d'Italia. Ora è di proprietà del Vaticano ma l'emergenza Covid ha contribuito a disastrare i conti: 50% in meno di prestazioni erogate e mancato raggiungimento dei tetti di spesa programmati che significa perdite annuali di 30-40 milioni di euro e di un debito di oltre 100 milioni.
NIENTE SORRISI
Non ride più nessuno da queste parti. Te ne accorgi in fretta all'interno del Santuario quando non devi fare coda per nulla, ma devi solo rispettare gli orari (dalle 12,30 alle 15,30 non trovi nessuno) per confessarti, per prendere la benedizione, per fare un'offerta (minimo 10 euro)ed assicurarti una messa per i tuoi cari. Il green pass te lo chiedono solo se accedi alla cripta per vedere la salma di Padre Pio e per girare tra i locali dei suoi cimeli. Inutili dirvi che non c'era nessuno a tenermi compagnia. Deserto anche il negozio dei souvenir ufficiali, dove, tra rosari, immaginette e statuine, trovi ancora qualche "pezzo" natalizio. Tutti ti spiegano quanta fatica ci sia a far passare le ore in quel silenzio tombale. E quando chiedi se la gente sta perdendo la fede, ti rispondono che non ci sono più soldi in tasca. Padre Pio aiutava tutti, ora fatica lui stesso a stare in piedi, come l'economia del paese. Ti lasci alle spalle il convento, la signora che chiede soldi è ancora lì e ci riprova con la stessa insistenza ad inseguirti e a prometterti meraviglie in cambio di pochi spiccioli. Scendi verso il parcheggio degli autobus di linea.
Lì hanno aperto le serrande i chioschi rimasti chiusi fin dopo le 10: «Non vale la pena - mi hanno spiegato - arrivare qui presto a prendere freddo. Non c'è nessuno. Rischiamo la depressione». Sono le 14, ora sono operativi ma non c'è nessuno lo stesso. Eppure vendono tutto a pochi euro, addirittura centesimi. C'è chi svende 3 rosari a un euro, chi la statua con l'acqua benedetta a un euro e 50. Alla fine della giornata non ci ricavi l'affitto. L'unico che continua a sorridere sulle gigantografie è Al Bano. I suoi vini li trovi tra un pacco di orecchiette e una lattina d'olio. A dir la verità qui neppure le sue bottiglie hanno molta fortuna. Ma a lui basta poco. La felicità «è un raggio di sole più caldo che va...». E in effetti oggic'è il sole e fa pure caldo.