Affi, il bunker anti-atomico unico in Italia: guerra nucleare, "si salverebbero solo loro"
Affi è un piccolo comune dell’entroterra del lago di Garda, in provincia di Verona. I suoi duemila abitanti, in caso di attacco nucleare da parte della Russia, potrebbero essere i soli italiani a salvarsi. Perché? Perché è l'unico comune del nostro Paese a possedere un bunker antiatomico in grado di resistere a 100 chilotoni, cinque volte tanto la bomba sganciata su Hiroshima. Come racconta Annamaria Schiano sul Corriere del Veneto si tratta del West Star, costruito agli inizi degli anni Sessanta nelle viscere del monte Moscal. Con una superficie di 13 mila metri quadrati collocati a 150 metri sottoterra, per tutta la Guerra Fredda ospitò la sede protetta del comando Nato, da cui diramare gli ordini militari all’Occidente. Ceduto quattro anni fa, nel marzo del 2018, al Comune di Affi dai ministeri della Difesa e della Finanza, a oggi, potrebbe essere l’unico in Italia "facilmente" riattivabile, essendo stato dismesso nel 2010.
Ma Marco Giacomo Sega, sindaco di Affi proprietario oggi di West Star mette le mani avanti. "Ci vogliono un sacco di soldi per rimettere in funzione il 'buco', come lo chiamavamo noi", dice, "ma soprattutto non si può fare dall’oggi al domani, ci vuole almeno un anno. Crediamo, però, che in caso di bisogno lo si possa usare per qualche giorno come rifugio contro i bombardamenti tradizionali, ma riattivarlo in poco tempo a scudo nucleare è impensabile". Scettico anche il generale Gerardino De Meo, ex comandante Nato ed ex comandante di West Star: "Il bunker di Affi resiste a 100 chilotoni, ma le bombe di adesso possono raggiungere 10 megatoni, vale a dire cento volte di più dei 100 chilotoni. E se si pensa che quella sganciata su Hiroshima era di 15 chilotoni, fate voi il conto. Ma anche venissero usate bombe meno potenti, dai 40 ai 70 chilotoni, basta una di queste per spazzare via una città come Milano".