Fatima, la profezia: autodistruzione dell'umanità. Indiscrezioni: le ultime drammatiche ore di Papa Francesco
Il fragore dell'artiglieria e dei missili, il crepitìo delle mitragliatrici, gli allarmi antiaerei, il pianto dei bambini e le urla delle vittime sono la colonna sonora della fine del mondo. In Vaticano, al termine dell'udienza generale, Papa Francesco riprende i richiami dei suoi predecessori ai belligeranti: «Con la guerra tutto si perde, tutto. Non c'è vittoria in una guerra. Tutto è sconfitta. Che il Signore invii il suo Spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell'umanità». Serio, sebbene non scuro in volto, perché il momento che si avvicina è certamente solenne, ma non è l'anticamera della disperazione, il Papa si rivolge a Dio perché «ci liberi da questo bisogno di auto-distruzione» e chiede di pregare anche affinché « i governanti capiscano che comprare armi e dare armi non è la soluzione al problema. La soluzione è lavorare insieme per la pace. E come dice la Bibbia: fare delle armi gli strumenti per la pace». È la linea della Santa Sede: si porta fino in fondo il tentativo di mediazione della diplomazia, pur nella convinzione che occorre un intervento soprannaturale per evitare il peggio. Ma questo presuppone che Dio abbia un progetto sulla storia dell'uomo, cosa che, per la società moderna, risulta un po' imbarazzante da ammettere, dopo secoli di oblìo del sacro. Che gli avvertimenti divini cadano nel vuoto è un'eventualità piuttosto probabile. Forse però, accennando all'ingresso in campo delle legioni infernali, qualcuno si risveglia. Padre Livio Fanzaga ricorda a Radio Maria come il 25 febbraio 2022, in coincidenza con l'aggressione militare russa appena scatenata contro l'Ucraina, la Madonna a Medjugorje abbia chiesto di aiutarla «con la preghiera affinché satana non prevalga» e abbia avvertito che «il suo potere di morte, odio e paura ha visitato la terra», ma non si sia limitata alle parole perché, spiega il religioso bergamasco, «la caduta dell'impero sovietico non è stata una cosa da poco».
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L'APOCALISSE
Il riferimento è alla profezia di Fatima del 1917, nel quale la Madonna ha chiesto la consacrazione della Russia. Oltre un secolo più tardi, apparendo con la corona di dodici stelle, «come Regina della Pace ci dice che siamo entrati nel tempo dell'Apocalisse, della grande battaglia fra la Donna e il drago, che è la chiave d'interpretazione del tempo nel quale viviamo», indicativo anche della «visione dell'esito finale», secondo quanto ripetuto dalla Madonna innumerevoli volte, il trionfo del suo Cuore immacolato e «un tempo di pace e di primavera». Eppure, spiega il direttore dell'emittente cattolica a capo di un network di un centinaio abbondante di stazioni in altrettante nazioni del mondo, «in palio c'è la salvezza di innumerevoli anime e il futuro stesso dell'umanità». In quella stessa prospettiva, dopo aver constatato che «la Chiesa, in quest' ora buia, è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto», Papa Francesco chiede ai confratelli nell'episcopato di unirsi a lui nella Consacrazione della Russia e dell'Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, che avverrà domani verso le 18.30 nella Basilica di San Pietro. «Vuole essere un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l'avvenire dell'umanità alla Regina della pace», chiarisce il Pontefice in una lettera ai Vescovi.
LA SPERANZA
Intanto, è stato diffuso in 35 lingue il testo dell'atto, che il Santo Padre reciterà in ginocchio davanti all'immagine della Beata Vergine Maria. In alcuni passaggi, si accenna chiaramente alla fine del mondo: «Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare». Con l'invocazione di Dante Alighieri, «sei di speranza fontana vivace», il Vicario di Cristo le sta ricordando che quel Regno di Maria prossimo venturo non potrà essere un cumulo planetario di cenere e cadaveri. Quello semmai è il piano di Vladimir Putin, il cui ideologo Aleksandr Dugin non comprende il senso dell'iniziativa del pontefice. Del resto è allineato con il capo supremo che, in contraddizione con il messaggio evangelico, esorta i suoi soldati a «dare la vita per i propri amici». Peccato che non abbia capito che Cristo morì da innocente e di innocenti non ne uccise.
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