Vladimir Putin, caccia agli oligarchi italiani: nomi, proprietà e ruolo nella guerra in Ucraina
Dopo che la Russia è stata estromessa dal circuito Swift, l'Italia ora sequestra 140 milioni di euro agli oligarchi russi. Un passo ulteriore nel tentativo di strangolare economicamente Putin in seguito all'attacco alla Ucraina, che però non è ancora una mossa indiscriminata verso i cittadini russi. La prima misura, infatti, si applica solo alle banche russe. Colpisce dunque un italiano che ci abbia un conto, ma non un russo che abbia un conto su una banca italiana.
La seconda è invece una lista nominativa di 680 persone individuate dalle sanzioni europee, e tra di loro 26 super-ricchi, in base al «listato nel Regolamento Ue 202/336 del Consiglio del 28.02.2022». «Sono in corso di adozione provvedimenti di congelamento sul territorio italiano di beni mobili e immobili appartenenti a soggetti russi presenti nelle liste dei regolamenti europei per circa 140 milioni di euro», ha riferito il ministero dell'Economia e Finanze. «Una prima operazione è stata già perfezionata e riguarda un'imbarcazione del valore di 65 milioni di euro. Altri provvedimenti sono in corso di adozione». All'inizio si era pensato per il costo allo yatch da 88 metri di Igor Sechin, patron del colosso statale del petrolio Rosneft: una imbarcazione che nel nostro Paese è stata avvistata spesso. Ma poi si è visto che la Finanza ha invece "congelato" nel porto di Imperia il maxi yacht Lady M: imbarcazione di 65 metri dell'oligarca russo Alexei Mordashov, presidente del gruppo siderurgico Severstal, e inserito nella lista nera europea.
PROPRIETÀ DA SOGNO - La stessa sorte è toccata a Villa Lazzareschi in provincia di Lucca, che vale 3 milioni di euro ed è riconducibile a Oleg Savchenko, oligarca anche membro della Duma di Stato che ha votato a favore della risoluzione n. 58243-8 relativa all'appello dell'Assemblea federale della Federazione russa per il riconoscimento di Luhabsk e Donetsk. Uguale destino per il Lena: panfilo da 52 metri e 50 milioni di dollari ormeggiato a Sanremo e appartenente a Gennady Timchenko. Oltre a essere proprietario della potente holding Volga Group, è amico personale di Putin. Nella lista è anche Alisher Usmanov, proprietario del gigante dell'alluminio Metalloinvest. Possiede in Italia Villa Merloni a Romazzino, Villa Maramozza a Lerici e altre sette o otto abitazioni di lusso tra cui una da 17 milioni sul Golfo del Pevero già sequestrata. Eduard Khudaynatov, ex-presidente di Rosneft e proprietario di Villa Altachiara a Portofino. Arkady e Boris Rotenberg: attivi nel settore del petrolio e considerati vicinissimi al presidente Vladimir Putin, sono proprietari della Tenuta Olmo nel Comune di Monte Argentario.
Proprio per gestire la decisione il ministero dell'Economia e delle Finanze ha riunito il comitato di sicurezza finanziaria, da cui è arrivata la richiesta della Uif di Bankitalia a banche e operatori finanziari di comunicare «non appena possibile» le «misure di congelamento di fondi e risorse economiche» dei soggetti russi colpiti dalle sanzioni europee. A differenza di quanto affermato da un post virale su Telegram, non è invece in corso alcun blocco sui conti di tutti i cittadini di nazionalità russa. È una bufala, che nasce dal fatto che vari cittadini russi in Italia si appoggiano su conti in Russia e dopo l'estromissione della Russia dal sistema Swift stanno affrontando il blocco del circuito Visa e Mastercard. È successo in particolare a turisti venuti per la Milano Fashion Week. In Italia al primo gennaio 2021 risultavano residenti 39.746 cittadini russi: 7553 uomini e 32.193 donne. La sproporzione indica un certo numero di italiani sposati con russe, che però possono così acquisire la cittadinanza italiana, oltre a conservare la propria. Cosa che vale anche per italiane sposate con russi. Anche in caso di provvedimenti verso i cittadini russi, al momento non in agenda, prevarrebbe la cittadinanza italiana. Nel 2020 le russe erano la terza cittadinanza tra le straniere sposate da italiani con il 7,5% del totale: le ucraina erano però il 14,9%, contro il 18% delle romene e il 5,9% delle brasiliane.