Una professoressa di una scuola secondaria di Parma, Silvia Delsole, ha scritto una lettera a La Repubblica sul "caso Righi", il professore che ha apostrofato un'alunna per l'abbigliamento. "Concordo sul fatto che le sue parole fossero sbagliate perché ponevano l'accento sull'aspetto sessuale/sessista. Ma mi associo al prof nel merito", spiega l'insegnante. "Quante volte noi docenti dobbiamo chiudere un occhio su abbigliamenti e comportamenti inopportuni da parte degli studenti, diventati oggigiorno la norma. Ombelichi a vista, maglie trasparenti e minigonne inguinali, braghette da spiaggia e infradito. A chi dice che la scuola ha problemi più importanti, rispondo che la forma non è inutile orpello, ma rispetto per l'istituzione e per tutti".
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A Castrolibero, Cosenza, una scuola intera in protesta contro le presunte molestie di un professore verso alcune alunne....Del resto, ragiona la prof, "se lavoro in banca, in una cucina o nei campi non mi vesto allo stesso modo, così come in discoteca o al ristorante. Con un linguaggio che non sia offensivo né volgare, perché non possiamo insegnare anche questo ai ragazzi, senza essere tacciati di bigottismo o peggio di sessismo?".
Una domanda alla quale Francesco Merlo risponde così: "Cara prof Delsole, qual è il confine fra il loro conformismo e il suo decoro? Cosa direbbe quel prof se i ragazzi si presentassero con i bastoncini di giunco e le camicie ampie alla spadaccina, e le ragazze in lungo e in nero? Sospetto che troverebbe più tranquillizzante un ombelico in trasparenza".