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Giuliano Amato, indiscrezione-terremoto: "Lui ha votato sì, ma gli altri giudici...". Debutto da presidente: subito siluro

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Alla vigilia della camera di consiglio il presidente Giuliano Amato aveva assicurato che non si sarebbe cercato “il pelo nell’uovo”, e invece è proprio quello che è accaduto. Di conseguenza i quesiti referendari più popolari, quelli su eutanasia e cannabis, sono stati dichiarati inammissibili dalla Corte Costituzionale.

 

 

Stando a quanto riportato da Dagospia, il presidente Amato ha votato a favore dell’ammissibilità del referendum sull’eutanasia, ma tra i quindici giudici della Consulta evidentemente una maggioranza cattolica “quasi schiacciante” - così l’ha descritta il sito di Roberto D’Agostino - ha avuto la meglio. La bocciatura dei referendum su eutanasia e cannabis è un duro colpo anche per i promotori di quelli sulla giustizia, che invece sono stati ritenuti ammissibili: senza la spinta popolare difficilmente si riuscirà ad arrivare al quorum.

 

 

Per quanto riguarda la cannabis, il presidente Amato ha spiegato che così come era stato formulato il quesito avrebbe portato alla “violazione di obblighi internazionali” e avrebbe prodotto “l’inidoneità allo scopo”. Immediata la reazione di Riccardo Magi di +Europa e tra i promotori del referendum: “È un colpo durissimo per la democrazia in Italia. Sicuramente la Corte ha fatto quello che il presidente Amato aveva detto che non avrebbe fatto: cercare il pelo. Alcune delle motivazioni che abbiamo ascoltato hanno dell’incredibile”.

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