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Trentino, venti di guerra nei cieli italiani: i jet Usa e l'ombra di Putin, cosa sta succedendo

Mirko Molteni
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Negli ultimi giorni sono stati avvistati caccia americani F-16 sorvolare il Trentino il che, intrecciato al recente passaggio di navi militari russe dal canale di Sicilia, conferma quanto l'Italia sia in prima linea nel confronto fra Stati Uniti e Russia. Col rischio che basi americane in territorio italiano diventino bersagli in caso di guerra. Uno degli F-16 è stato visto dalla popolazione della Val di Fiemme svettare a una quota di 5900 metri il 4 febbraio. Cioè all'indomani del 24° anniversario della strage del Cermis del 3 febbraio 1998, quando un aereo americano Grumman EA-6B Prowler passò a bassa quota tranciando col timone il cavo di una funivia e uccidendo 20 persone. La coincidenza ha inquietato i trentini e il presidente regionale Maurizio Fugatti ha interpellato il Ministero della Difesa.

L'Aeronautica Militare Italiana ha dichiarato che erano caccia in volo fra la Gran Bretagna e la base americana di Aviano, presso Pordenone, dove staziona una guarnigione di 56 F-16 del 31° Fighter Wing, stormo dell'US Air Force. L'F-16 può sganciare armi atomiche e ad Aviano sono immagazzinate 50 bombe nucleari B61. Nel 2020 l'allora presidente Donald Trump voleva spostare ad Aviano ulteriori 28 F-16 dalla Germania, ma la mossa è stata annullata nel 2021. Sul caccia avvistato il 4 febbraio, la nostra Aeronautica ha diramato: «Secondo quanto pianificato e autorizzato dagli enti del controllo del traffico aereo, nessuna anomalia. L'F-16 è arrivato alle 15.30 ad Aviano. Nel pomeriggio una formazione di velivoli F-16 statunitensi è decollata da Aviano diretta in Inghilterra. I velivoli hanno seguito quanto indicato nel piano di volo in rotta e quota ed in linea con quanto autorizzato dagli enti di controllo del traffico aereo».

 

 

Sono quindi in corso manovre che vedono scaglioni di F-16 di Aviano volare a turni verso la base inglese di Lakenheath, con successivo ritorno in Friuli. Nel 2020 e 2021 ci furono simili movimenti, ma oggi essi assumono particolare valenza data la tensione in atto. Anche l'aviazione russa ammonisce la Nato. Il 2 e 3 febbraio vari bombardieri giganti Tupolev Tu-95 sono stati intercettati da caccia inglesi Eurofigther Typhoon vicino alla Scozia e fatti allontanare. Frattanto, le sei navi russe passate al largo della Sicilia sono approdate alla base russa di Tartus, in Siria, per rifornirsi e prepararsi a «manovre nel Mediterraneo». L'Ucraina teme sempre un'invasione russa e spera di sfruttare la "zona morta" ancora radioattiva presso la centrale nucleare di Chernobyl, dove nel 1986 si ebbe il noto incidente, come "scudo" che tenga lontane truppe russe avanzanti dalla Bielorussia.

Inoltre centinaia di soldati ucraini si stanno esercitando in quella stessa area contaminata, soprattutto nella "città fantasma" di Pripjat, evacuata dai suoi 50.000 abitanti da ormai 36 anni. Fanterie, autoblindo e artiglieria di Kiev hanno operato fra case e palazzi abbandonati approfittando dell'assenza di popolazione per «allenarsi con munizioni vere in scenari di guerra urbana» come dichiarato dagli ucraini all'agenzia France Presse. Presenziava alle manovre il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov, secondo cui: «La zona è difficile da attraversare, ci sono foreste, paludi, fiumi, è arduo muoversi a piedi, figuriamoci coi carri armati.

 

 

E ci sono ancora zone altamente radioattive sulla via della Bielorussia». La repubblica secessionista filorussa di Lugansk, da anni ribelle a Kiev, denuncia che l'esercito ucraino ha portato veicoli corazzati sulla "linea di contatto" nel villaggio di Klinovoe, in posizione d'attacco. I russi denunciano invece che il giornale britannico Daily Mail avrebbe "glorificato" la cecchina ucraina Olena Bilozerska, che avrebbe ucciso col suo fucile di precisione vari militi filorussi del Donbass. Ieri sono atterrati a Jasionka, in Polonia, i primi dei 1700 soldati americani dell'82ª Divisione "Airborne" inviati a rinforzo di Varsavia, unitamente a 1000 d'un battaglione d'autoblindo Stryker attesi in Romania e 300 destinati alla Germania. © RIPRODUZIONE RISERVATA de in buona parte dai semiconduttori. Taiwan detiene il 60% del mercato relativo alla fabbricazione dei circuiti e il 53% di quello che riguarda l'assemblaggio. Un mercato cresciuto nel 2021 del 25,6%, cioè di 553 miliardi di dollari. Quello dei semiconduttori è tuttavia un settore che richiede notevoli investimenti iniziali. Non a caso la Commissaria UE alla concorrenza Vestager ha recentemente dichiarato che «l'Europa non può diventare completamente indipendente nella produzione di semiconduttori a causa degli alti investimenti necessari». Una invasione cinese di Taiwan avrebbe dunque per le economie occidentali conseguenze devastanti. Dopo la pessima figura in Afghanistan, un abbandono di Taiwan al suo destino verrebbe letto da numerose nazioni asiatiche come una dimostrazione di sostanziale inaffidabilità dell'Occidente. Per questo, il destino delle democrazie euroamericane passa anche per Taipei. 

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