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Covid, "cosa può accadere il prossimo ottobre". La mutazione peggiore, le prove e l'incubo: non è ancora finita?

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L'emergenza-Covid sta davvero finendo? Possiamo dormire sonni tranquilli? Tra chi non la pensa così c'è Stefano Vella, docente di Salute globale alla Cattolica di Roma, ex presidente di Aifa e oggi direttore del centro di Salute globale dell'Iss. Intervistato dalla Stampa, infatti, afferma: "Stiamo in campana. Con Omicron ci sta andando bene, ma ci sono ancora milioni di contagiati e migliaia di morti ogni settimana". E ancora, sottolinea che "la situazione è in miglioramento e fino a ottobre non dovrebbero esserci sorpresa, ma poi bisogna farsi trovare pronti".

 

Insomma, secondo Vella in autunno potrebbero esserci gravi recrudescenze pandemiche. Che cosa teme? "Che si pensi ancora una volta che è finita, quando non è così. L'endemizzazione del virus significa semplicemente che si arriva a un punto di contagi costanti, ma anche la tubercolosi e la malaria sono endemiche e fanno centinaia di migliaia di morti all'anno. E poi non c'è motivo di pensare che Omicron sia l'ultima variante", avverte.

 

E che mutazioni ci aspettano? "Difficile che" la prossima variante "sia più contagiosa, dunque potrebbe essere un ritorno a Delta come patogenicità". Ossia, potrebbe avere conseguenze più gravi. "I virus ci mettono anni a diventare buoni e mutano in maniera casuale. Omicron è stata una fortuna, ma poi?", s'interroga l'esperto. Quando gli chiedono se si può tirare un respiro di sollievo, risponde: "Sì, in particolare gli ospedali vanno verso una tranquillizzazione clinica, per cui si ritroverà posto per i pazienti non Covid, però obiettivamente il problema non è risolto e resta difficile fare previsioni", conclude Vella palesando tutti i suoi timori.

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