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Green pass, confermata la clamorosa stretta: dove si resta fuori senza il certificato base

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Il governo ha trovato la quadra sul green pass, sulla nuova stretta e sulle esenzioni che riguarderanno il certificato verde a partire dal primo febbraio. E per i no-vax, al tempo di Covid e pandemia, la vita si fa sempre più dura, isolata, difficile.

Si parte infatti dagli unici esercizi commerciali in cui potranno entrare le persone che non sono in possesso nemmeno del cosiddetto green pass base: si tratta di alimentari, farmacie, edicole, stazioni di servizio e negozio che vendono articoli per gli animali. Punto e stop. Alcuni dettagli ancora vanno messi a punto ma la linea sarebbe stata decisa in modo definitivo, queste insomma le pochissime eccezioni relative ai negozi.

 

 

Il risultato è stato raggiunto dopo lunghi giorni di trattativa tra il ministero della Pubblica amministrazione, guidato da Renato Brunetta, e quello dello Sviluppo Economico, "regno" del leghista Giancarlo Giorgetti. Già oggi, martedì 18 gennaio, o al massimo domani, il premier Mario Draghi dovrebbe firmare il nuovo Dpcm, che dovrebbe riguardare anche altre questioni relative alla giustizia, ossia la possibilità di entrare negli uffici senza esibire il green pass a chi deve presentare denuncia o portare una testimonianza nell'ambito di un processo.

Per entrare nelle altre tipologie di esercizi commerciali e negozi non elencati nel secondo paragrafo, sarà necessario almeno il cosiddetto green pass base, che si ottiene con un tampone antigenico negativo, validità di 48 ore, o con un molecolare negativo, validità di 72 ore. 

 

 

Si nota come ora anche dal tabaccaio, per accedere, sarà necessario il green pass base: senza vaccino né tampone, dunque, in linea teorica sigarette e surrogati saranno inaccessibili. Secondo il governo, infatti, gli articoli venduti all'interno delle tabaccherie non rientrano nella lista di quelli "essenziali per la cura della persona", anche perché in molte tabaccherie si trovano slot-machine e apparecchi per il gioco d'azzardo, ritenuti insomma un potenziale veicolo di contagio.

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