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L'Oms comanda? Meglio fare sempre l'esatto opposto: ecco perché la Dad alle superiori va abolita

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Lorenzo Mottola
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Ormai va così da due anni: ogni volta che le lezioni scolastiche stanno per riprendere l'evento viene anticipato da un bombardamento di fosche profezie in stile Maya. "Sarà il caos", "chiuderemo tutti", "nessuno pensa ai bambini" etc. etc... E ormai da due anni alla fine si riparte senza drammi. Ieri è stato segnalato un 10% di assenti. Il che significa che nelle nostre classi non avviene nulla di particolarmente diverso da quanto capita nel resto del Paese. Certo, il Covid circola e l'Omicron sta dimostrando di essere ciò che gli analisti dicevano che fosse, ovvero uno dei virus più contagiosi mai studiati. Di conseguenza è chiaro che nelle prossime settimane anche trai banchi compariranno positivi a badilate.

 

 

L'importante è comportarsi in maniera razionale: Mario Draghi ieri ha ribadito un concetto ovvio, fermare le lezioni in presenza non avrebbe senso, se poi il pomeriggio i ragazzi vanno al parco e la sera in pizzeria. E ovviamente al momento, bollettino dei ricoveri alla mano, non c'è alcuna ragione per rinchiudere in casa ragazzi e pizzaioli. Solo il campano De Luca pare preso dal panico e strilla: "Attenti, con queste regole tantissime sezioni finiranno presto in didattica a distanza" (strumento che ha ampiamente dimostrato di funzionare anche meno del telelavoro al catasto). L'ex sindaco di Salerno in parte ha ragione: con le nuove norme sulle quarantene è prevedibile che si torni usare diffusamente la Dad, se con qualche positivo tocca spedire tutti a casa. Il problema è capire come reagire. De Luca vorrebbe chiudere tutto senza aprire. Stavolta, però, abbiamo un'alternativa. Potremmo fare l'opposto di quel che dice il politico dem e tenere aperto applicando per la scuola le stesse identiche regole che valgono per qualsiasi altra attività e per le aziende.

 

 

Con le leggi attuali, chi è stato vaccinato da meno di 4 mesi o ha fatto il "booster" può continuare ad andare in ufficio anche se qualche "contatto stretto" è stato colpito dal Covid. Non è prevista la quarantena, basta porre un po' di attenzione, in assenza di sintomi. A scuola dovrebbe essere lo stesso. Almeno alle superiori, i giovani andrebbero trattati come gli adulti, in particolare se si conta che per loro il rischio è statisticamente inferiore. Tra i 12 e 19 anni più dell'82% ha già avuto almeno la prima dose. Anche la scuola è un posto di lavoro, il 99% dei professori è vaccinato e studiare è il lavoro dei ragazzi. In generale dovremmo rivolgere lo sguardo alla Spagna. Il premier Sanchez ha spiegato che Madrid intende adottare un nuovo sistema: dobbiamo cominciare a ragionare come se il Covid fosse un'influenza. Esattamente come suggerito dal professor Sergio Abrignani ieri su Libero. Stop ai bollettini quotidiani con il conto dei nuovi contagiati - asintomatici inclusi -, molto meglio dare solo le cifre relativi ai ricoveri. Un modo per evitare di esagerare la percezione dei pericoli. Bisogna solo superare uno scoglio: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ci impone di pubblicare tutte le cifre. E se l'Oms comanda così, visti gli ultimi due anni, è probabile che sia giusto fare l'opposto.

 

 

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