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Virologi nel mirino: "Ridicolizzare non paga, arroganti". Chi apre il fuoco: un grosso caso in corsia

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 Massimo Galli virologo

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Quando i medici iniziano a scontrarsi tra di loro, non è mai un buon segno. I virologi sono certamente le personalità più in vista degli ultimi due anni: ancora oggi imperversano nelle più disparate trasmissioni televisive per affrontare l’argomento dell’emergenza Covid e per esprimere i loro pareri, spesso discordanti tra loro. Adesso però i virologi sono finiti nel mirino dei colleghi oncologi, che hanno deciso di farsi sentire per chiedere “più umiltà e toni bassi”.

 

 

L’appello è arrivato dal Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri, che ha scritto una lettera aperta sui gravi effetti della pandemia sui pazienti oncologici. Inoltre il Cipomo ha posto l’attenzione sulla sovraesposizione mediatica dei virologi e sull’atteggiamento che quest’ultimi assumono il più delle volte: “Troppi virologi, terminologia introdotta per il grande pubblico, parlano della pandemia alzando i toni l’uno contro l’altro, spesso ridicolizzando chi la pensa diversamente. Non va bene”.

 

 

“Abbiamo imparato anni fa - si legge ancora nella lettera del Collegio italiano oncologi - che ridicolizzare, parlare con arroganza non paga, anzi spesso si ottiene l’effetto opposto. Sarebbe opportuno che si parlasse con più umiltà, avendo il coraggio di dire che molti aspetti ancora non si conoscono e qualche volta dire ‘non lo so’”.

 

 

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