Papa Francesco nel mirino delle femministe: "L'utero è nostro. E i soldi pure". Accuse da brividi al Pontefice
Dio salvi il Papa da animalisti e femministe e lui magari smetta di vezzeggiare quel mondo a tinte verdi, rosa e rosse che ufficialmente lo esalta, ma poi alla prima occasione buona lo scarica. I primi a farlo sono stati gli animalisti, dopo l'affondo di Bergoglio contro i cani e i gatti che prendono il posto dei figli in molte famiglie, di fatto limitando la natalità. Associazioni di settore e utenti social non l'hanno presa benissimo, dicendogliene quattro in modo papale papale. L'accusa più ricorrente riguardava la scarsa «competenza» di Francesco sul tema: a che titolo, era l'obiezione, il Papa parla di figli, visto che lui come tutti i consacrati non può averne? Significativo quello che scriveva ad esempio l'Enpa, l'Ente Nazionale per la Protezione degli Animali: «Santità, guardi alla Chiesa che alleva eserciti di suore e preti votati alla non riproduzione e che in genere sono ostili agli animali!». Alcuni commentatori sui social andavano giù ancora più pesanti, mettendo addirittura in relazione l'appello della Chiesa alla riproduzione con l'interesse di certi preti perla pedofilia. Né bastava a salvare Francesco dalla valanga di commenti negativi la sua patente di devoto dell'ambientalismo, di "gretino sacro", come qualche detrattore lo definisce.
CONTRADDIZIONI
Anzi, molti gli facevano notare la contraddizione tra l'esigenza di salvare il pianeta e il suo invito a figliare. «Perché fare figli se il mondo rischia di finire in pochi anni per colpa del cambiamento climatico?», si chiedeva provocatoriamente un'utente. La sovrappopolazione, insomma, farebbe più danni che benefici alla Terra... Ma non solo gli animalisti hanno accolto con sospetto le parole di Francesco. Molto infastidite sono state anche le femministe, sostenendo di avere avuto conferma dell'atteggiamento sessista e patriarcale della Chiesa. L'allarme lanciato dal pontefice per cui «tante coppie non hanno figli perché non vogliono» e il conseguente appello alla natalità sono stati letti come un riduzionismo delle donne al ruolo di madre e una violazione della loro autodeterminazione. Si leggevano così sui social reazioni indignate in stile slogan anni '70 tipo «L'utero è mio e i soldi pure: se non voglio figli e voglio spendere il mio stipendio in cibo per animali non deve interessare a nessun altro», «Francè, il giorno che avrai un utero, potrai parlare», «Ma una donna potrà scegliere di fare quello che vuole e di vivere come crede?».
OLTRAGGIO A DIO
Del restò già l'Angelus di Capodanno del Papa contro la violenza sulle donne, da lui definita «un oltraggio a Dio», era stato criticato dal mondo femminista e accusato di ipocrisia. Il pontefice, si poteva leggere ad esempio su blitzquotidiano.it, è tanto bravo a condannare la discriminazione delle donne, ma è il primo a praticarla, in quanto impedisce loro di accedere al sacerdozio. La tesi era stata portata avanti anche dalla rivista femminista tedesca Emma, che aveva nominato Papa Francesco «misogino dell'anno 2021» perché, per usare le parole della pastora valdese Letizia Tomassone, «è a capo di una struttura religiosa patriarcale e verticistica che pratica un apartheid di genere» e «alimenta una ideologia antiabortista che porta milioni di donne a morire di aborti clandestini». Ancora una volta, insomma, invitare a fare figli anziché a sopprimerli prima della nascita vuol dire essere sessisti. Queste reazioni scomposte alle sue frasi dovrebbero fungere da lezione pastorale per Francesco.
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LEZIONE PASTORALE
Ogniqualvolta lui segue il magistero e proclama messaggi pro-life e pro-family, come è giusto e naturale, anzi soprannaturale, che faccia un Papa, quando insomma non obbedisce al Vangelo politicamente corretto e non pronuncia frasi sui migranti, l'ambiente e contro il capitalismo, tutti i corifei di sinistra che di solito lo inneggiano improvvisamente lo rinnegano tre volte. Stia attento perciò Bergoglio a non farsi sedurre da certi applausi facili di un mondo lontano dalla Chiesa; si rivolga piuttosto ai vicini che, in questi tempi bui, hanno tanto bisogno di un pastore. Ché le pecorelle smarrite necessitano di molta più cura rispetto a cani e gatti...
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