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Covid a scuola, i non vaccinati a casa. "Discriminazione": Lega e M5s, rivolta dentro il governo

Alessandro Gonzato
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Una settimana al rientro in classe ed è caos. Lega e Movimento 5 Stelle si oppongono all'ipotesi di nuove regole sulla didattica a distanza e la quarantena degli studenti. Il governo vuole tenere aperte le scuole ma deve fronteggiare l'impennata di contagi. I sindacati domani incontreranno il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Le Regioni valuteranno le indicazioni delle Asl e c'è il rischio che vadano in ordine sparso: il governatore campano Vicenzo De Luca vorrebbe tenere chiuse le elementari fino a fine gennaio, quando la campagna vaccinale tra i 5 e gli 11 anni avrà raggiunto percentuali maggiori.

 

 



LE DATE .- In molte città la scuola ricomincerà il 10. In altre il 7. L'idea che ha acceso lo scontro politico, al momento la strada che vorrebbe seguire il governo, è quella di mettere in Dad per 10 giorni gli alunni non vaccinati di elementari e prima media qualora nella stessa classe vi siano due positivi. Per i vaccinati invece ci sarebbe semplicemente l'autosorveglianza di 5 giorni con obbligo di tampone al decimo. Con 3 contagi sarebbero le singole Asl a valutare se sospendere le lezioni in presenza. Per la Lega «lasciare a casa 3 milioni e mezzo di bambini non è una soluzione. Si intervenga piuttosto su aerazione e uso delle mascherine», prosegue la nota. «Discriminare bimbi e famiglie non ha nessun senso». Per il sottosegretario leghista all'Istruzione, Rossano Sasso, «la didattica in aula è sacrosanta. La campagna vaccinale per i più piccoli è appena partita», ha aggiunto, «e inasprire i protocolli su contagi e quarantene ci esporrebbe al rischio di eccessive penalizzazioni. La risposta non può essere sacrificare il diritto all'istruzione: su questo siamo pronti a far sentire forte la nostra voce. Non possiamo permetterci di creare enormi difficoltà ai genitori e di sovraccaricare il lavoro già complesso di insegnanti e presidi». Netta anche la posizione della collega grillina Barbara Floridia: «Non si può pensare di discriminare i bambini. Si continui a investire sulla sicurezza, si aumentino le risorse. Le scuole devono restare aperte». I 5 Stelle ritengono la distinzione tra alunni vaccinati e non una «grave discriminazione». Per le parlamentari di Fratelli d'Italia Paola Frassinetti, responsabile del dipartimento Istruzione, ed Ella Bucalo, responsabile Scuola, sarebbe «una follia».

 

 

 

 



MODELLI - La segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, sostiene che «la ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l'esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza». L'unica certezza per ora è che gli insegnanti dell'asilo, così come quelli di elementari e medie dove ci sono alunni che non possono indossare la mascherina, porteranno la Ffp2. Tutto questo mentre il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Franco Locatelli, ha spalancato la porta all'introduzione dell'obbligo vaccinale: «Da tecnico dico che le condizioni sono mature, per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse. Non sposerei assolutamente l'idea di lasciar correre il virus, anche se i dati dei ricercatori inglesi mostrano che con Omicron i ricoveri sono ridotti a un terzo. Un aumento marcato dei contagi avrebbe un impatto pesante sul sistema sanitario e porterebbe a una crescita di vittime». 

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