Obbligo vaccinale, ecco le stime sul numero dei morti che avremmo evitato: una strage inutile?
Massimo Andreoni è professore ordinario di Malattie Infettive all'Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit). Non proprio il primo che passa per strada e ieri mattina ad Agorà, la trasmissione condotta da Luisella Costamagna su Rai Tre, ha detto che «con l'obbligo vaccinale avremmo avuto 30 mila o 40 mila morti in meno». Questo a ribadire che la pandemia va combattuta duramente. «Abbiamo visto- ha detto il professore- che c'è una riduzione di almeno sette- otto volte della mortalità in soggetti vaccinati, quindi il fatto che non sia stato messo l'obbligo vaccinale corrisponde a circa 30 mila, 40 mila morti in più». Questo secondo Andreoni il conto approssimativo. Perché l'obbligo avrebbe consentito di raggiungere anche quelle persone troppo paurose e indecise, conducendole sulla strada di un vaccino che sta risparmiando un sacco di morti.
«Cioè se avessimo applicato l'obbligo vaccinale dall'inizio - ha detto - ci sarebbero questi morti in meno». Quarantamila sono una città. «Una pandemia - ha ribadito Andreoni- deve essere combattuta con misure draconiane, tra cui l'obbligo vaccinale. Poi possiamo discutere se invece di 20 mila sono 30 mila i decessi che si sarebbero potuti risparmiare, considerando il fatto che anche con l’obbligo qualcuno non si sarebbe vaccinato. I vaccini sono fondamentali, stanno riducendo di tantissimo la mortalità, con i numeri che abbiamo avuto in questi giorni se non ci fossero stati avremmo avuto sette, otto volte morti in più». E infatti il numero dei vaccinati è otto volte superiore rispetto a quello dei non vaccinati. Se in un ospedale ci sono 40 No vax ricoverati e 10 vaccinati ricoverati, si deve tenere conto che quei 40 fanno riferimento a 100 mila persone. Quei 10 invece a 800 mila, cosa ben diversa.
«Poi sappiamo - ha continuatoAndreoni - che i vaccini riducono anche i contagi perché chi è vaccinato ha un tempo di eliminazione del virus ridotto e ha una carica virale più bassa. Ad esempio per quanto riguarda la variante Delta, riducono di circa il 70% anche il contagio, ma la loro principale funzione non è questa. È ridurre casi gravi e decessi». Secondo Andreoni, il picco di contagi in Italia dovrebbe arrivare «tra almeno un paio di settimane». Conl’inizio del nuovo anno. «È sempre difficile fare previsioni. La variante Omicron, ogni due giorni e mezzo, riesce a raddoppiare il numero dei casi. Oggi -ieri per chilegge ndr - verranno testati i diversi tamponi per avere un’idea di quanto questa variante stia penetrandoin Italia e in funzione di questo potremo capire quando ci sarà il picco». Quando incombe una variante, ha fatto sapere Andreoni, è sempre una incognita.