Covid, "ricoveri gravi di vaccinati con doppia dose". Dramma negli ospedali italiani: cambia la lotta alla pandemia
Pessime notizie dagli ospedali italiani. La campagna vaccinale per la terza dose sta prendendo ritmo (si viaggia a 400mila dosi quotidiane, il 15 novembre si era fermi a 150mila) ma non basta e come nota Repubblica le coperture tra gli anziani "non sono ancora soddisfacenti". E questo è l'allarme più grave nel quadro della lotta alla pandemia e alla "messa in sicurezza" non solo del Natale (per qualche regione è di fatto già compromesso, con zona arancione pressoché sicura) ma anche dei primi mesi del 2022.
Il quadro offerto dagli ospedali è desolante e inquietante: l'efficacia del vaccino passa dal 73,5% nei vaccinati con ciclo completo entro 5 mesi, al 43,9% nei vaccinati con ciclo completo da oltre i 5 mesi. A preoccupare però è un alto dato: si osserva una decrescita dell'efficacia vaccinale di circa 8 punti percentuali su chi si è sottoposto al vaccino oltre 5 mesi fa, passando dal 92,5% di efficacia all'84,8 per cento. Per questo, sottolinea ancora Repubblica, ci sono persone che finiscono in ospedale anche dopo aver fatto la seconda dose.
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"Ce ne sono anche nella nostra terapia intensiva - spiega Adriano Peris, che dirige la rianimazione del policlinico fiorentino di Careggi - La copertura vaccinale cala, inizia una finestra di maggiore suscettibilità dopo 4 o 5 mesi. Chi arriva da noi ha una malattia identica a quella dei non vaccinati". Ammonisce anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della società italiana di malattie infettive e primario a Tor Vergata: "Per una persona fragile aspettare fino al sesto mese può essere pericoloso. Anche noi iniziamo a ricoverare non vaccinati, soprattutto nelle classi di età più avanzate. Si è visto che la terza dose aumenta molto il titolo anticorpale e quindi dà un potentissimo boost. L'invito alle persone fragili è quello di anticipare il più possibile la nuova somministrazione, che dà una copertura oltre che più forte molto più duratura".
In generale, "ci sono 6,6 milioni di over 60 che potrebbero richiedere il richiamo ma non lo fanno - sottolinea ancora il quotidiano diretto da Maurizio Molinari -, o se lo hanno fatto sono in coda". Dai medici arriva un monito inquietante: "Aspettare vuol dire prendersi un rischio inutile, bisogna fare il booster appena possibile". E il "rischio inutile" si traduce nel ricovero nei reparti Covid e nelle terapie intensive. Sono 1,7 milioni di over 80, il 59% di chi ha concluso il primo ciclo, a non essersi ancora presentati per il richiamo, ben oltre i 5 mesi dalla seconda dose. Peggio ancora va tra i settantenni: su circa 4 milioni, 2,4 (il 60%) non si è ancora vaccinato con il terzo richiamo. Dato simile tra i sessantenni: dei 4,1 milioni vaccinati tra dicembre 2020 e primi giorni di luglio, all'appello per la terza dose mancano ancora 2,5 milioni, quasi il 61% del totale.
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I ritardi gravano sulle regioni più a rischio di chiusure e limitazioni per Natale, ed un cane che si morde la coda perché il minor numero di vaccinati coincide spesso nelle aree in cui il sistema sanitario parte già con difficoltà strutturali importanti. La Sicilia è appena al 13,8% di persone vaccinate con due dosi, la Calabria al 14,7%, il Friuli al 15,5% ma nel resto d'Italia non va meglio, con una media nazionale del 18,9% (che non tiene conto però della regola dei cinque mesi ma sul totale dei cicli conclusi).