Covid, lo sconforto dei medici: "No-vax ricoverati, cosa arrivano a rifiutare", praticamente un suicidio
Siamo alla follia. Ci sono no vax a tal punto credenti nella loro religione sul complotto universale ordito dai potenti della terra, da lasciarsi martirizzare dal virus pur di non dar ragione alla testardaggine della realtà. E cioè che il Covid è una bruttissima bestia, e che l'arma più efficace per sconfiggerlo e comunque limitare i danni, è il vaccino. Prima, seconda e terza dose sono oggi la sola strada percorribile per cavarsela e non rivivere l'incubo della falcidie bergamasca del 2020. Certo il farmaco ha margini di fallacia, come ogni rimedio umano al male, ma l'occhio non solo della statistica, ma quello di medici amici e senza ragioni per mentire, dice chiaro che la possibilità di contagiarsi gravemente e di morire è enormemente più rilevante per i non inoculati. Affari loro? Non proprio. Oltre a farsi del male in proprio, costoro consentono al virus di sopravvivere aggrappandosi ai loro corpi non corazzati dal Pfizer e così dannatamente riprodursi e modificarsi.
"Natale in lockdown", ora gli italiani tremano: bollettino, la curva non rallenta
PIETÀ
Dopo di che i casi singoli di incoscienti che hanno sbattuto contro King Kong credendolo un cartone animato, fanno stringere il cuore, e muovono a pietà. Come si fa a non commuoversi guardando l'immagine di quel pezzo d'uomo sul piccolo trattore rosso, una bella faccia da 50enne contento di stare al mondo, avendo saputo che è morto poche ore prima? Dopo la commozione però per favore bisogna arrabbiarsi e tanto. Infatti Igor Devetak goriziano di 50 anni, è stato ammazzato dal pregiudizio e dall'ignoranza. Il piccolo imprenditore non ha voluto per sé stesso e per i suoi il vaccino certificato dalla scienza, in compenso si è sorbito, senza battere ciglio, come qualche altro milione di persone in Italia, il veleno più stupido del mondo: quello che ottenebra il cervello. Così Igor si è messo nelle mani di ciarla tani che propongono di curarsi il Covid come fosse un'influenzetta.
CORTISONE
Gli era salita la febbre a 40, respirava male. Risultato positivo al Covid 19 e sofferente, invece di accettare i protocolli di cura elaborati dopo l'esperienza di questi 18 mesi di pandemia, si è chiuso in casa: cortisone e antibiotici. Quando la moglie per salvarlo ha chiamato il 118, il cuore aveva già ceduto. Ovvio: gli ideologi no vax si arrampicheranno sui loro specchi stregoneschi per spiegare che il virus non c'entra con questa morte. Del resto siamo impotenti davanti a chi giura che gli asini volano. Resta inevasa una domanda tragica. Perché una brava persona, di solida morale, una famiglia sana, un'attività prospera, insomma uno in gamba come Igor, s' è lasciato inoculare nel cervello una brodaglia di informazioni fasulle e alla fine assassine per sé stesso e pericolosissime anche per i suoi cari e i suoi clienti? Gestiva con la moglie un bed and breakfast, ed era senz'altro un ottimo indirizzo, ottima colazione, cortesia, prezzi buoni. Ma nel borgo di Padriciano si sapeva che il titolare di quella piccola locanda era un militante no vax. Era un signore perbene, però con una bomba a orologeria in casa. Un kamikaze in tristissima buona fede. Tant'è vero che moglie, i due figli di dieci e sei anni, oltre che suocero e suocera, risultano anch'essi infettati dal virus. Che razza di roba è questo accettare cure farlocche come fosse un credo? Sembra una sfida al buon Dio, una sorta di ordalia, una scommessa sulla vita e la morte. Un sacrificio umano alle divinità nella notte della ragione.
LA RESA
Arriva un'altra testimonianza di follia anti siero. Ha raccontato la professoressa di infettologia Antonella d'Arminio Monforte, primario degli ospedali dei Santi Paolo e Carlo, che numerosi no vax arrivano in reparto abbattuti dal virus sostenendo di averlo evitato «perché prendono già troppe medicine». Ma questi signori, di solito con 60 e più di anni alle spalle, si lasciano almeno curare. Davanti al furore della malattia si arrendono. C'è chi non cede. La bocca non riesce a prendere aria, i polmoni soffocano cascando su sé stessi, ma «rifiutano il casco per l'ossigeno perché pensano sia ordigno infernale». Eroi della coerenza? Povere vittime dei seminatori di zizzania. Credono che, sottoponendosi a qualsiasi trattamento previsto dalle autorità, sarebbero marchiati da un potere che ne lobotomizzerà il cervello e gli ruberà l'anima. Rispettiamo questi sciagurati cavalieri dell'ignoranza, ma non sopportiamo chi li ha mandati allo sbaraglio convincendoli, grazie a un ignobile pissi pissi criminale, dell'esistenza di una verità segreta taciuta per poter imporre uno stato di polizia sanitaria. E qui lasciamo perdere, dandolo per già conosciuto, il fenomeno dei party nelle valli tirolesi organizzati apposta per prendersi il Covid e confidare di sopravvivere generando anticorpi che li esenterebbero dalla vaccinazione. I loro raduni sono in realtà sabbah evocatori di potenze malefiche, ma non chiamiamoli così perché altrimenti gli untori, oltre che dichiararsi vittime della dittatura, si vanterebbero di essere prede innocue di un'abominevole caccia alle streghe. Quanto a follie basta così o no?