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Bologna, il festino tutto cocaina e prostitute: non solo il prete, "ecco chi c'era". Terremoto in ambienti militari

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Simona Pletto
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S'allarga l'inchiesta sulle notti a luci rosse consumate a "Villa Inferno". Tra le carte dei fascicoli aperti in procura a Bologna, non compaiono solo agenti immobiliari, imprenditori a bordo di Porsche, facoltosi impresari della moda, sportivi, avvocati, architetti, dj, medici, assicuratori e molti altri. Nell'inchiesta sui festini a base di cocaina e prostitute che sta facendo tremare la "Bologna bene" e non solo, ci sarebbero anche un sindacalista, un militare in congedo e persino un frate. I loro nomi, insieme a quelli di tre professionisti, compaiono negli atti dell'indagine "Villa Inferno bis" diretta dal pubblico ministero Stefano Dambruoso. I sei nuovi indagati, accusati di favoreggiamento alla prostituzione e spaccio, sono finiti sotto la lente d'ingrandimento dopo le dichiarazioni di una 40enne coinvolta nei festini. Nel nuovo fascicolo c'è un 46enne, ex titolare di una nota discoteca del cuore della città felsinea. Insieme a lui, come detto, un frate bolognese (avrebbe avuto rapporti sessuali ad un party spinto), un chirurgo plastico e un sindacalista che, stando sempre alla testimone, avrebbe reclutato le belle ragazze per le serate da sballo.

 

 

 

Sesso in cambio di droga o denaro. C'era questo alla base degli scambi su cui indagano da mesi gli uomini dell'Arma. Al centro c'erano loro, giovani avvenenti "da invitare" prima nei locali e successivamente nelle dimore private. Tra le tante ragazze citate, viene fatto anche il nome di una maestra. La loro ricerca avveniva attraverso un gruppo Facebook aperto a tutti e gestito da pr che organizzavano appunto le serate proibite e promettevano "una nuova concezione di Nightlife". Inoltre, veniva utilizzata una chat Whatsapp denominata "tombolata". Secondo la testimone, non ci sarebbe stata solo una 17enne in quel giro di droga e orge e per il quale in 15 sono in udienza preliminare. «Quando sono stata a Villa Inferno», ha dichiarato la 40enne ai carabinieri, «c'erano tante persone, molti uomini, una ventina, e quattro ragazze che per me erano tutte minorenni, vestite in modo succinto».

 

 

 

«All'uscita del locale il tipo porta queste persone a casa sua e lì si svolgono i festini, dove (...) per 80 euro offre la cocaina o una ragazza che fa trovare già in casa». La 40enne che ha fatto aprire nuove indagini, nel frattempo è stata minacciata. Molte tra le persone coinvolte sono già state sentite come persone informate sui fatti. Già ascoltate diverse escort di professione pagate per trascorrere le serate piccanti con uomini facoltosi, ma anche ragazze normalissime alle quali piaceva la bella vita, i regali di lusso e la cocaina. 

 

 

 

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