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Lockdown soltanto per i no-vax, il dibattito: la scelta giusta per evitare nuove zone rosse?

Alessandro Gonzato
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Ancora regioni gialle, arancioni e rosse? È una triste e concreta possibilità. Un maledetto déjàvu. Ma che le restrizioni, eventualmente, riguardino solo i no-vax. Che i vaccinati non debbano pagare per chi se n'è fregato della salute collettiva. Che il Natale (ma anche la Pasqua) sia libero per chi pur controvoglia e con legittime preoccupazioni ha seguito la scienza, non le scie chimiche. Libero la pensa così. E la pensa così anche Massimiliano Fedriga, governatore leghista del Friuli Venezia Giulia dove il Covid corre veloce soprattutto a causa delle manifestazioni No vax, la percentuale di tamponi molecolari positivi ha raggiunto l'11,2%, i pazienti in terapia intensiva sono 4 più di ieri (23 in totale), e la regione ha ormai numeri da zona gialla: «Non possiamo far pagare il prezzo di eventuali nuove chiusure ai vaccinati, a chi ha difeso se stesso e gli altri. Siamo a un passo dal cambio di colore», ha detto, «e questo è determinato dal numero di ricoveri anche in area medica, vicino al 15%. Andremo in zona gialla», di fatto ecco l'annuncio ancor prima del consueto punto del venerdì dell'Istituto superiore di Sanità, «ma per fortuna questo prevede misure molto contenute, mascherine all'aperto e massimo 4 persone al tavolo al ristorante, niente danni economici. Però il successivo passaggio in arancione sarebbe drammatico ed è una cosa che non possiamo e non dobbiamo permettere». Fedriga ha tuonato: «C'è qualcuno che facendo circolare molte menzogne allontana dalla vaccinazione una fascia di popolazione, minoritaria ma importante». In Friuli Venezia Giulia e in particolare a Trieste (dove alle ultime elezioni il partito no-vax ha preso il 5%) incide anche la vicinanza con la Slovenia: oltreconfine la percentuale di vaccinati è ferma al 54% (la media Ue è 63) e il tasso di positività al tampone molecolare è schizzato al 53%.

 

 

 

SCENARIO

Fedriga è pure il presidente della Conferenza delle Regioni, quindi il suo è un messaggio diretto al governo. Entro due settimane, se l'aumento dei casi e delle ospedalizzazioni proseguisse così, finirebbero con tutta probabilità in giallo anche Liguria, Valle d'Aosta, Bolzano e il Veneto. Il cui governatore, Luca Zaia, è preoccupato «dall'incremento lento ma inesorabile dei contagi». «Se il virus non si ferma», ha affermato, «passeremo in zona gialla, arancione e rossa. La fortuna è che abbiamo le vaccinazioni: senza ci sarebbero circa 1.600 persone in ospedale anziché le 380 di oggi. E l'80% di chi oggi è in terapia intensiva non è vaccinato». Zaia è molto duro nei confronti dei no-vax, ma per ora sulla proposta di Fedriga è cauto: «Non credo che in Italia si possa introdurre una norma che preveda il lockdown per i non vaccinati. Ci sono problemi di costituzionalità, e come governatori abbiamo preteso regole comuni per evitare il "fai date". È il governo che deve dare, eventualmente, regole diverse». Il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini (Pd), è rimasto sul vago: «Non lo so, dovremmo discuterne».

 

 

 

Non l'ha escluso. Il governatore della Liguria Giovanni Toti (Cambiamo!-Coraggio Italia) ha aperto all'ipotesi di «ridurre la possibilità di accesso in alcuni luoghi a chi ha ottenuto il Green pass col tampone e non col vaccino». Un modello austriaco in forma ridotta, insomma. «Invito il governo a rifletterci seriamente». Toti non ha chiuso al "lockdown" per i non vaccinati, ma ha tenuto a precisare - ricalcando i dubbi di Zaia- che «non sarebbe semplice dal punto di vista legislativo e amministrativo». Da ieri, dicevamo, in Austria chi non è vaccinato non può più andare al ristorante, al bar, al cinema, in palestra. Può uscire di casa soltanto per andare al lavoro, per acquisti di prima necessità e per passeggiare. Il provvedimento riguarda circa 2 milioni di austriaci sui 9 complessivi. Regole ferree, dunque. Però il cancelliere Alexander Schallenberg si è nuovamente opposto al coprifuoco nel settore della ristorazione chiesto dal ministro della Salute Wolfgang Mueckstein. Poi un'altra rassicurazione: «Non ci saranno restrizioni nei confronti dei vaccinati». 

 

 

 

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