Codice della strada, ecco cosa cambia per motorini, monopattini e parcheggi con l'arrivo dei nuovi divieti
Il nuovo codice della strada sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro il 10 novembre. Sono dieci le novità che modificheranno le nostre abitudini alla guida. Il foglio rosa raddoppia, mantenendo la deroga decisa durante la pandemia. Durerà un anno (oggi scade dopo sei mesi). Previsto un rimborso spese per la patente con un contributo massimo di mille euro per i giovani fino a 35 anni, per chi riceve reddito di cittadinanza o ammortizzatori sociali. Chi lo richiede dovrà dimostrare di voler lavorare nel settore dell'autotrasporto. Viene ampliata la rosa degli strumenti multabili. Non solo "apparecchi radiotelefonici", come succede oggi, ma anche "smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi che comportino anche solo temporaneamente l'allontanamento delle mani dal volante".
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La novità riguarda i posti riservati per le donne in stato di gravidanza o per i genitori con un bambino di età non superiore a due anni. Raddopppia la multa per chi occupa i parcheggi per disabili (sanzioni da 168 a 672 euro) e triplicheranno i punti tolti dalla patente. Novità anche per chi usa i monopattini: obbligo di frecce e freni in entrambe le ruote. Assicurazione obbligatoria per i mezzi a noleggio. Nessun obbligo di targa. "Ma dove potranno circolare i mezzi? La norma si presta a dubbi che Asaps e autoscuole chiedono di chiarire. Per come è scritta, osservano, i monopattini sembrano liberi di circolare anche su statali e provinciali, proprio come le biciclette. Questo lascerebbe pensare la frase finale, 'dovunque sia consentita la circolazione dei velocipedi'", rivela il Giorno facendo capire che in questo caso c'è ancora da lavorare e chiarire.
Sui motorini se il passeggero non indossa il casco sarà multato. L'età del passeggero non sarà più un discrimine. Inoltre sarà vietata qualsiasi forma di pubblicità lungo le strade dal contenuto considerato sessista o violento, mentre gli enti locali dovranno pubblicare una relazione annuale sulla destinazione dei proventi e rendere noti i dati sui siti.